Analisi Favoriti Tour de France 2019, AAA sfidante agli Ineos cercasi: chi può battere la coppia Bernal-Thomas?

Il Tour de France 2019 sarà davvero il più aperto degli ultimi anni? L’assenza di Chris Froome sicuramente crea una situazione inedita che non si registra dal 2013, quando il Keniano Bianco ha iniziato la sua serie, iniziata per la squadra l’anno prima con la vittoria di Bradley Wiggins. Da allora la corazzata britannica ha vinto praticamente sempre, ma quel che più conta è che ha controllato la corsa sostanzialmente dall’inizio alla fine, con un’unica eccezione. La sensazione è che con il cambio di nome, la situazione possa essere nuovamente la stessa perché sembrerebbe che i due grandi favoriti di questa edizione siano ancora in quella squadra. È quello che pensano i bookmaker e che sostanzialmente in un certo senso temiamo un po’ tutti.

Favoriti Tour de France 2019

Con il numero uno del campione uscente partirà Geraint Thomas, che per questo avrà in qualche modo il diritto di prelazione internamente al Team Ineos. Contrariamente a quanto successo l’anno scorso, quando era il numero due, con la sua stessa squadra che dava l’impressione di non calcolarlo più di tanto, questa volta il gallese si presenta con i galloni ben saldi sulle sue spalle. O almeno questa è l’apparenza perché, complice la caduta che ha spianato la strada al giovane compagno, l’incertezza dovuta all’incidente al Giro di Svizzera ha chiaramente dato spazio che ha saputo sfruttare a Egan Bernal.

Il giovane fenomeno colombiano ha dominato la corsa elvetica malgrado fosse la corsa del rientro dopo la frattura della clavicola che gli era costata la partecipazione al Giro d’Italia e sarà al via di Bruxelles come uno dei corridori considerati in migliore forma. Al suo primo GT in assoluto, lo scorso anno alla Grande Boucle fece molto bene, impressionando per il suo livello e per la sua mentalità, che in dodici mesi sembrano essere ulteriormente aumentati. La giovane età resta la grande incognita, con l’impressione che comunque, se il campione in carica dovesse essere nella forma giusta, non sarà certo lui a fargli lo sgarbo di spodestarlo. Ma se il piano A dovesse andare storto, il piano Abis è subito pronto. E dalla sua il fattore altura, che mai come quest’anno, con sei GPM oltre quota duemila fino ai 2770 dell’Iseran, avrà una grande importanza.

I rivali non mancano e sono tanti, ma al momento non si vede chi potrebbe essere il grande antagonista. Con l’assenza di Tom Dumoulin, con Primoz Roglic che ha puntato sul Giro d’Italia, così come Vincenzo Nibali (ad oggi l’unico ad aver saputo battere la corazzata britannica a Parigi), l’opposizione appare frastagliata poco convincente. Tuttavia, per molti è l’occasione insperata, quindi ne potrebbe uscire una corsa molto più aperta e avvincente, provocando atteggiamenti più aggressivi di quanto negli ultimi anni sia stato espresso dai corridori che hanno provato a scalfire il dominio britannico. Resta il problema di capire chi potrebbe riuscire nell’impresa.

Tra coloro che hanno più motivazioni ci sono i padroni di casa Thibaut Pinot e Romain Bardet. Il capitano della Groupama-FDJ si presenta con una selezione di ottimo livello al suo fianco, con elementi come David Gaudu e Sebastian Reichenbach che possono offrire un contributo importante alla sua causa. Già sul podio di Parigi nell’ormai lontano 2014, il più italiano dei francesi negli ultimi anni ha rilanciato le sue ambizioni alla Corsa Rosa e in Spagna, ottenendo risultati importanti dopo aver battagliato spesso alla pari con i migliori. Sul podio finale c’è salito due volte invece il leader della Ag2r La Mondiale, che dopo la delusione dello scorso anno arriva con grandissime motivazioni, pur apparendo ancora lontano di condizione, contrariamente al connazionale. Dalla loro hanno sicuramente l’aggressività e la determinazione necessarie. Chissà che spinti dall’entusiasmo del pubblico non possano riuscire nell’impresa che la Francia aspetta ormai dal lontanissimo 1985, quando Bernard Hinault chiuse la sua cinquina. In questi anni hanno mostrato di avere la solidità necessaria per giocarsela, ma avranno anche la costanza che cercano per concretizzarla?

Una domanda che sostanzialmente vale per molti dei rivali, che in carriera hanno tutti almeno una volta dato la dimostrazione di poter ambire a questo traguardo che ti cambia la vita, ma, alcuni anche spesso, senza riuscire a cogliere l’attimo. E qui l’elenco è lungo, con Richie Porte in prima fila. Il tasmaniano è forse colui che più di tutti potrebbe riuscire a scardinare i piani di una squadra che ben conosce per averne fatto le fortune in passato. Più volte ha dimostrato di avere il livello, in salita come a cronometro, per primeggiare, ma nei grandi giri non è sinora mai riuscito a compiere il grande salto, correndo il rischio ora di restare un eterno incompiuto. Negli ultimi anni la dea bendata ci ha messo più che lo zampino e la Trek-Segafredo è convinta nel suo leader, per il quale ha portato una squadra in pieno supporto. Se non dovesse cadere, se non dovesse avere una giornata storta e se non dovesse rimanere impigliato in coda al gruppo al momento sbagliato…

Considerato dal 2013 il maggiore rivale del Keniano Bianco, Nairo Quintana è l’altro che in carriera ha ampiamente dimostrato di avere le qualità per primeggiare, ma che al Tour non ha mai avuto quel salto di qualità necessario. Che sappia vincere un GT è dimostrato dai successi a Giro 2014 e Vuelta 2016, ma che abbia problemi a concretizzare ormai è notorio. Da oltre due anni la sua carriera è una costante delusione, senza più riuscire neanche ad avvicinare quel livello che lo aveva portato ad essere definito il migliore scalatore in circolazione. Corridore fiero e orgoglioso, quest’anno ha cambiato nuovamente approccio per tentare il tutto per tutto alla Grande Boucle, dove con la sua Movistar si presenta ancora una volta come una delle squadre più forti. Co-capitano avrà Mikel Landa, corridore che sicuramente ha in salita un talento come pochi, ma che per aver già corso il Giro e per le sue scarse attitudini a crono sembra difficile poter puntare più che al podio, mentre anche Alejandro Valverde è pronto a mettersi al loro servizio, senza dimenticare i vari Andrey Amador e Marc Soler, corridori che a loro volta potrebbero ambire a risultati di livello.

Grandi interrogativi ruotano inoltre anche intorno a Jakob Fuglsang. Autore di un inizio di stagione eccezionale, il danese guida una Astana di assoluto livello, ma anche su di lui pesano i risultati del passato, che in carriera lo hanno visto spesso deludere nei grandi giri. Mai così forte come quest’anno, capace di battere tutti anche in corse di primissimo piano, in linea come a tappe, il corridore scandinavo ha un solo precedente nei dieci in un grande giro, con un settimo posto al Tour de France che rappresenta in qualche modo la sua ancora di salvezza. Un risultato di cui fregiarsi per sottolineare che non è vero che non regge le tre settimane. Negli ultimi anni lo abbiamo visto crescere molto ed effettivamente, senza una giornata no, potrebbe realmente andare a giocarsela con i miglior in assoluto.

Nel novero di coloro che hanno già dimostrato ci sono anche Rigoberto Uran (EF Education First), sinora colui che maggiormente si è avvicinato a Chris Froome a Parigi, Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma) e Adam Yates (Mitchelton-Scott). Il colombiano arriva in sordina, ma con una squadra di spessore in cui corridori come Tejay Van Garderen e Mike Woods possono ottenere a loro volta un piazzamento di spessore. Corridore che da anni flirta con le posizioni di vertice, proverà a stupire ancora, con la possibilità di giocare maggiormente di rimessa rispetto ad altri corridori più attesi e con la crono dalla sua. Corridore abbastanza completo è il neerlandese, che in assenza di Roglic avrà le redine di una squadra di buon livello, con George Bennett come valida spalla. Quasi vincitore del Giro 2016, sembrava non trovare più modo di ritrovarsi dopo la cocente delusione, ma nel 2018 ha fatto molto bene sia a Tour che Vuelta, rilanciando le sue quotazioni, con vista podio. Difficile pensare di più. Con il gemello Simon come ultimo uomo, il corridore britannico è sicuramente uno dei più temuti in salita, in cui dovrà cercare di costruire la sua corsa per cercare di migliorare il bel quarto posto conquistato ormai quattro edizioni fa, ad ancora 23 anni. Nei GT sinora non è più riuscito a ritrovare quel livello, nel resto dell’anno lo si è visto spesso battere anche i migliori e proverà ad emulare le gesta del fratello alla scorsa Vuelta.

Tra gli uomini di esperienza che possono cercare di ottenere quest’anno il loro massimo anche Daniel Martin (UAE Team Emirates), che nelle ultime tre stagioni è sempre entrato nei dieci, anche con percorsi meno adatti a lui. Una vittoria non sembra alla sua portata, ma migliorare quel sesto posto come miglior risultato è possibile, soprattutto in caso di una corsa meno controllata e più aperta. Uno scenario che favorirebbe anche l’emergente Enric Mas (Deceuninck-QuickStep), che dopo il secondo posto alla scorsa Vuelta vuole confermarsi nella corsa più prestigiosa. Un posto nei dieci sarebbe già un buon risultato per lo spagnolo, ma meglio non sottovalutarlo, anche se corrispondere alle sue ambiziose dichiarazioni sarà davvero difficile.

Il nome di Vincenzo Nibali lo abbiamo appena accennato in precedenza, ma il siciliano chiaramente merita discorso più ampio. Se da questo inverno ha spiegato di voler puntare innanzitutto al Giro, per poi essere al via del Tour da battitore libero, è tuttavia chiaro che un corridore come lui non può accontentarsi in partenza. Pur senza fare mai proclami, anzi cercando spesso di abbassare le aspettative, la tendenza nelle ultime settimane sembra cambiata, anche considerando gli importanti forfait che la Grande Boucle ha dovuto registrare. Il suo “vengo per le tappe e forse la maglia a pois” si è dunque trasformato in “vediamo dove mi trovo dopo la Planche des Belles Filles”. Reduce da un fruttuoso ritiro in altura, lo Squalo dello Stretto parte in sordina, pronto a crescere e mordere ancora. Dopo il dispendioso Giro pensare possa ritrovarsi ai vertici è difficile, tuttavia proprio i due assenti hanno dimostrato l’anno scorso che non è impossibile. Certo, vincere è un’altra cosa, ma Vincenzo Nibali è abituato anche a stupire.

Consistente infine anche il numero degli outsider, coloro che a vincere non pensano, ma che arrivano con la voglia di dare tutto fino in fondo, pronti a raccogliere il miglior piazzamento possibile. Qui spiccano uomini come Emanuel Buchmann (Bora-hansgrohe), Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), Tiesj Benoot (Lotto Soudal) e Guillaume Martin (Wanty-Gobert), oppure cacciatori di tappe che potrebbero trovare strada facendo obiettivi diversi, come già capitato in passato al neo campione di Francia Warren Barguil (Arkéa-Samsic), ad esempio, oppure (decisamente più improbabile) all’altro pupillo di casa Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), senza dimenticare potenziali seconde linee come Rohan Dennis (Bahrain-Merida), Patrick Konrad (Bora-hansgrohe), Bauke Mollema (Trek-Segafredo) o Wout Poels (Team Ineos).

Chiudiamo con due corridori che sulla carta potrebbero ambire a molto di più, ma arrivano entrambi da periodi difficili, tanto che non si sapeva se sarebbero riusciti ad esserci. Il primo è il nostro Fabio Aru (UAE Team Emirates), il cui rapido recupero non deve illudere riguardo le sue possibilità in una corsa dura come il Tour. Anche in ottica futura, per lui probabilmente meglio lasciarsi defilare, lavorare in favore di Martin, ed eventualmente puntare ad una vittoria di tappa (perché no, anche alla maglia a pois se dovesse capitare l’occasione, senza ansie). Il secondo è invece Wilco Kelderman (Team Sunweb), che in assenza di Dumoulin si ritrova, in condizioni, precarie leader di una formazione che partiva con grandi ambizioni. Finora non ha dato segnali molto incoraggianti, ma d’altro canto anche nel 2017, quando concluse in quarta posizione la Vuelta, era arrivato alla partenza dopo un infortunio, quindi meglio non darlo necessariamente per battuto.

Borsino dei Favoriti Tour de France 2019

***** Geraint Thomas
**** Egan Bernal, Thibaut Pinot
*** Jakob Fuglsang, Nairo Quintana, Adam Yates
** Romain Bardet, Vincenzo Nibali, Richie Porte, Rigoberto Uran
* Emanuel Buchmann, Steven Kruijswijk, Mikel Landa, Daniel Martin, Enric Mas

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