Tour de France 2020, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2020.

TOP

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates): Grinta e brillantezza sono gli ingredienti che regalano allo sloveno il mix perfetto per il primo successo in carriera alla Grande Boucle. Dopo le grandi prestazioni della scorsa Vuelta, il capitano della UAE Emirates si conferma anche sul palcoscenico più importante al mondo, riscattando in sole 48 ore la disfatta di due giorni fa, quando era rimasto attardato (tra l’altro per colpe non sue) nella tappa dei ventagli. È lui a far nascere in salita l’azione decisiva e, dopo che la fortuna ci ha messo il suo zampino nel tenerlo in piedi dopo un contatto con Roglic al GPM, non delude nemmeno sul traguardo piazzando la volata perfetta. 21 anni e un palmarès che fa invidia già alla maggior parte dei corridori del gruppo: vederlo vincere un GT sembra solo questione di tempo.

Egan Bernal (Ineos Grenadiers): Per nove giorni si è parlato di un Egan Bernal che non va come dovrebbe andare, che è ancora condizionato dai problemi alla schiena, che fa fatica a tenere contatto con i migliori. Alla fine dei nove giorni, Egan Bernal è in maglia bianca, secondo nella generale, con un buon numero di tappe restanti a suo favore e con i fastidi alla schiena che sembrano essere un ricordo. Oggi arriva nel gruppetto che si gioca la vittoria e prova anche a disputare lo sprint, arrivando dietro a corridori che hanno comunque un ottimo spunto veloce. I segnali sono incoraggianti per lui e preoccupanti per gli avversari, che potrebbero pentirsi di non averlo attaccato abbastanza in questa settimana in cui sembrava più in difficoltà.

Marc Hirschi (Sunweb): Il risultato è simile a quello di domenica scorsa, la delusione ancora maggiore. Arrivato terzo al traguardo (domenica scorso era giunto secondo alle spalle di Alaphilippe), lo svizzero aveva a lungo accarezzato il sogno di una vittoria di tappa con una lunghissima fuga solitaria, ma viene ripreso a un chilometro e mezzo dall’arrivo. Come una settimana fa, dimostra ancora una volta di sapere gestire le energie in maniera egregia per la sua età e conserva un po’ di benzina per lo sprint finale. Presentatosi alla volata in mezzo ai favoriti per la vittoria finale della Grande Boucle è il primo a lanciarsi, ma i due sloveni sono più veloci di lui ed è costretto ad accontentarsi del podio. Martedì ripartirà con il dorsale rosso per la combattività, il giusto premio per l’elvetico, che sicuramente vorrà riprovarci ancora nelle prossime tappe. La penalità nella generale per rifornimento in zona non consentita (stesso motivo che era costato la maglia gialla a Julian Alaphilippe) non cambia nemmeno di una virgola la sostanza di quanto realizzato oggi dall’ex iridato U23.

FLOP

Miguel Angel Lopez (Astana): Inspiegabile la giornata del colombiano. Fino a ieri era sempre stato con i migliori e l’impressione è che avrebbe potuto ottenere anche risultati più importanti con la condizione che si ritrova(va). Oggi, invece, crolla sull’ascesa finale, scollinando persino alle spalle del gruppetto con Yates, Valverde e Caruso, che poi riesce a riprendere solo in discesa. La classifica generale non è certo compromessa, visto il distacco di 1’15” dalla maglia gialla, ma le indicazioni che arrivano dalla tappa odierna devono far scattare un campanello d’allarme all’interno della compagine kazaka.

Nairo Quintana (Arkéa-Samsic): Fino a stamattina sembrava il più probabile outsider nella lotta tra Roglic e Bernal per la generale. L’ex Movistar, invece, perde le ruote dei migliori in salita, il suo terreno preferito, e resta sempre passivo nel suo gruppetto, mentre i vari Bardet, Uran e Mollema provano il ricongiungimento (che per i primi due avviene, salvo poi riperdere contatto in cima al GPM). 32” da Roglic non sarebbero tanti, se non fosse che  la condizione fisica è ancora un’incognita e ormai è stato già battuto su tutti terreni e dovrà inventarsi qualcosa per tornare a dare la caccia a quella maglia gialla che insegue da tutta la carriera.

Guillaume Martin (Cofidis): Dopo il crollo di Thibaut Pinot, i francesi ripongono soprattutto in lui le speranze di tornare a vincere la corsa a 35 anni da Hinault (sin qui ottimo anche Romain Bardet, ma i sogni transalpini su di lui sono già stati infranti troppe volte). Il capitano della Cofidis, forse per la prima volta da inizio Tour avverte la pressione o, più semplicemente, non ha le gambe per stare con i migliori e non riesce a seguire i big sulle accelerate di Pogacar. Ha però il merito di non crollare e di restare nel gruppetto con Quintana e Bardet, conservando dunque la sua terza posizione in classifica generale, dalla quale ripartire martedì.

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