Pagelle Liegi-Bastogne-Liegi 2023: Remco Evenepoel da dominatore, Pidcock e Healy da applausi – Ciccone protagonista, Velasco con generosità

Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep), 10: Imperioso, come si confà a un campione del mondo. Segue alla lettera il piano iniziale e fa la differenza quando meglio crede, anche se deve rinunciare al primo tentativo di attacco a causa di una “slittata”. Accelera, riaccelera e se ne va, salutando tutti e presentandosi sul traguardo in perfetta solitudine, come nella scorsa edizione. È saltato il confronto con Tadej Pogačar, ma la vittoria rimane di quelle pesanti.

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 9: Alla fine, sfodera una prestazione da applausi, soprattutto per la grinta e la determinazione mostrata. È l’unico a reagire all’affondo di Evenepoel, anche se poi deve rinunciare a tenerne la ruota. Sembra andare in crisi, ma quando meno te l’aspetti riemerge e rientra nel discorso-podio raggiungendo Healy e Buitrago in un momento molto concitato. Si prende il secondo posto, firmando così il primo podio in una Monumento della sua carriera.

Ben Healy (EF Education – EasyPost), 8,5: Non è più una sorpresa, anzi. Rimane giù dal podio ed ha probabilmente la colpa di non essere nelle primissime posizioni del gruppo nel momento in cui Evenepoel dà fuoco alle polveri. Da lì in poi, attacca a ripetizione, soprattutto quando la strada sale, e selezionando a ripetizione il gruppo degli inseguitori. Il talento ormai è acclarato, resta da vedere come riuscirà a sfruttarlo da qui in avanti.

Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious), 8: Ci si aspettava Landa e Mohoric, ma la squadra mediorientale ha trovato un protagonista tanto inatteso quanto valido. Rimane al coperto fino al momento in cui origina l’azione che vale il podio, prendendo la ruota di uno scatenato Healy. Nel finale, poi, riesce ad avere le gambe per lasciarsi dietro proprio l’irlandese e per andare a prendersi un podio che vale molto in chiave carriera.

Valentin Madouas (Groupama – FDJ), 7: Si fa vedere quando manca ancora tantissimo al traguardo. Con una certa intelligenza tattica, desiste dal primo tentativo, gestendo bene le energie rimaste. Si piazza fra i primi 5 di giornata, confermandosi una volta di più un corridore solido e redditizio.

Ilan van Wilder (Soudal-QuickStep), 7: La squadra belga torna a essere una forza preponderante in gruppo e il giovane belga è l’uomo-chiave nel momento che poi decide la gara. Insieme a Louis Vervaeke (7) fa un gran ritmo e prepara il terreno per l’attacco decisivo di Evenepoel, impedendo alle altre squadre di prendere in mano la situazione. Grande prova, anche in vista Giro d’Italia, dove sarà un uomo fondamentale per l’iridato.

Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), 7: Arriva in buone condizioni dal Tour of the Alps ed è spesso nel cuore dell’azione. Prova a fare la differenza in chiave podio, quando Evenepoel è già irraggiungibile, poi cede spazio al compagno Pidcock. Anche per lui indicazioni interessanti in vista Giro.

Simone Velasco (Astana Qazaqstan), 7: Entra nella fuga di giornata ed è splendido nel rimanere al comando mentre tutti gli altri compagni di avventura perdono contatto. Rimane davanti anche quando arriva Jan Tratnik e fa incetta di passaggi in testa nei vari GPM di giornata. Una volta ripreso non molla e chiude 19esimo: alla fine dirà di aver fatto anche un pensierino a qualcosa di più…

Giulio Ciccone (Trek – Segafredo), 6,5: Il piazzamento finale, 13esimo, non è quello che probabilmente sognava alla vigilia. Lui e il compagno di squadra Skjelmose (6.5) sono nel vivo dell’azione immediatamente alle spalle dei fuochi d’artificio messi in atto da Evenepoel, ma non riescono a chiudere il buco. Con il senno di poi, avrebbero potuto anche gestire in modo diverso le rispettive risorse.

Jan Tratnik (Jumbo – Visma), 6,5: Il suo attacco da lontano è quello che fa esplodere definitivamente la corsa. Dal punto di vista tattico rimane un’azione un po’ difficile da comprendere, dato che avrebbe potuto essere molto più fresco nel finale, ma l’impegno va apprezzato.

Romain Bardet (Team DSM), 5,5: Il transalpino pedala bene nelle fasi finali di corsa, salvo poi spegnersi nel finale e chiudere con un anonimo quindicesimo posto.

Tiesj Benoot (Jumbo – Visma), 6: Il belga non si muove mai in prima persona, ma è sempre presente quando la corsa si fa difficile e il passo diventa sostenuto sulle tante côte previste. Il settimo posto di giornata è comunque un buon piazzamento che, però, non aggiunge nulla alle altre top 10 già centrate in questa corsa.

Julian Alaphilippe (Soudal – QuickStep), 6: Il francese è arrivato alla corsa che forse ama di più in assoluto e che sogna da sempre di vincere con una condizione precaria. Una situazione che avrebbe abbattuto lo spirito di chiunque, ma non quello del classe 1992 che onora la corsa e la maglia iridata che per due anni è stata sua: con grande spirto di squadra, infatti, si mette in testa al gruppo a lavorare da lontano per il compagno Remco Evenepoel, forzando il passo su alcune delle côte più importanti e facendo una discreta selezione. Nonostante l’ottantaseiesimo posto finale non si può dire che il transalpino non abbia lasciato il segno in corsa.

Marc Hirschi (UAE Team Emirates), 6: Partito con il compito di essere gregario di lusso del grande favorito di giornata, si trova a dover fare le veci del capitano dopo il ritiro di Tadej Pogacar. Lo svizzero porta a casa questo oneroso compito con un buon decimo posto che in qualche modo salva la difficile spedizione dell’Uae Team Emirates alla Liegi.

Mikel Landa (Bahrain – Victorious) 5 : Lo scalatore spagnolo aveva una buona occasione per entrare quantomeno nel discorso podio dopo il terzo posto alla Freccia Vallone, ma la sua corsa è finita presto. Il basco, infatti, si è staccato quando ancora mancavano tanti chilometri al traguardo, non appena il gruppo ha iniziato a fare sul serio.

Enric Mas (Movistar), sv: Lo spagnolo riponeva grandi speranza in questa corsa in cui ambiva ad un buon piazzamento. Purtroppo però la giornata non è stata delle migliori per lui: problemi di stomaco, infatti, lo hanno costretto a lasciare la corsa troppo presto dopo una prima parte di gara molto sofferta.

Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), sv: La rottura della catena ai pedi della Redoute impedisce di fatto al secondo classificato della passata edizione di giocarsi le sue carte dopo che la squadra lo aveva sempre tenuto coperto nelle prime posizioni del gruppo.

David Gaudu (Groupama-FDJ), sv: Settimana da dimenticare, per colpe non sue. L’allergia non gli ha lasciato la possibilità di incidere, cancellando di fatto alcuni dei suoi grandi obiettivi stagionali.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), sv: A Liegi era atteso ad un appuntamento con la storia, ma la sua giornata si conclude all’ospedale. Una caduta dopo poco più di 80 chilometri di corsa ha costretto, infatti, lo sloveno ad alzare bandiera bianca per la frattura dello scafoide, privando tutti noi del duello con Evenepoel che aspettavamo da una settimana.

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