Amstel Gold Race 2023, il Tadej Pogacar show continua anche a Valkenburg! Ben Healy e Tom Pidcock sul podio

Tadej Pogacar conquista anche la Amstel Gold Race 2023. Il corridore della UAE Team Emirates ha conquistato la prima corsa stagionale delle Ardenne, dopo aver brillato anche sul pavé vincendo il Giro delle Fiandre (un’accoppiata che prima nella storia era riuscita nello stesso anno solo ad altri quattro corridori prima di lui). Lo sloveno è stato grande protagonista di giornata inserendosi in un’azione a 15 uomini a 80 chilometri dal traguardo e uno dopo l’altro si è liberato degli avversari, fino a togliersi di ruota Ben Healy (EF Education – EasyPost) e Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), ultimi a resistere alla furia del classe ’98, sul Keutenberg, per poi vivere una trentina di chilometri di cavalcata solitaria fino al traguardo di Valkenburg. Dopo il due volte vincitore del Tour de France, poi, sono arrivati sul traguardo nell’ordine, con un buon distacco sia dallo sloveno che tra loro, proprio l’irlandese della EF Education-EasyPost e il britannico della Ineos Grenadiers,  che completano così il podio.

Il video dell’arrivo

Il racconto della corsa

Poco dopo il via si avvantaggiano Alessandro Fedeli (Q36), Leon Heinschke (DSM), Tobias Ludvigsson (Q36), Martin Urianstad (UXT), Mathias Vacek (TFS), Ward Vanhoof (TFB) e Mattéo Vercher (TEN). Questi sette riescono a guadagnare fino a 4’30” sul gruppo, guidato da UAE Team Emirates e INEOS Grenadiers, dopo 45 chilometri. Il plotone inizia subito a fare sul serio ed erode il vantaggio fino a 2 minuti e 30”, decidendo poi di stabilizzare la situazione. In prossimità di metà gara, però, il plotone aumenta ulteriormente il gruppo, tanto da portarsi a 40” dai battistrada quando mancano ancora 120 chilometri alla fine.

La fuga di giornata vede così il suo gap finire per essere annullato già a cento chilometri dalla conclusione, quando a concludere l’opera iniziata dalla UAE Team Emirates del grande favorito di giornata è la Alpecin – Deceuninck. Privata del suo uomo più rappresentativo, autore qui di un capolavoro nel 2019, la formazione professional belga prova a mescolare le carte con una azione da lontano iniziata da Gianni Veermersch. Parte così l’azione decisiva, che vede già protagonisti alcuni degli uomini più attesi, partendo proprio da Tadej Pogacar, che non si fa sorprendere.

Assieme ai due corridori citati davanti si portano anche Kévin Geniets (Groupama – FDJ), Ben Healy (EF Education-Easypost), Christopher Juul-Jensen (Team Jayco – AlUla), Andreas Kron (Lotto Dstny), Arjen Livyns (Lotto Dstny), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Quentin Pacher (Groupama – FDJ), Tom Pidcock, Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), Matteo Sobrero (Team Jayco – AlUla), Tosh Van Der Sande (Jumbo-Visma), Axel Zingle (Cofidis), Lars van den Berg (Groupama – FDJ) e Stan Van Tricht (Soudal – QuickStep), ai quali il gruppo fa fatica a rispondere vista la presenza di molte squadre con uomini pericolosi, o comunque outsider che permettono di restare al coperto.

L’avventura di Sobrero, bravo nel centrare l’azione, dura tuttavia poco, perché una foratura lo taglia fuori ancor prima di arrivare al passaggio sul Cauberg, dove Pogacar alza l’andatura per disfarsi dei corridori più deboli. Alle loro spalle, con un distacco già intorno ai trenta secondi, è la Bahrain – Victorious a tirare, mentre Sam Oomen (Jumbo-Visma) e Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën) provano a forzare, senza tuttavia trovare grandi risultati. A tirare arrivano così anche Trek – Segafredo e Uno-X Pro Cycling, che tuttavia non sembrano a loro volta ottenere un grandissimo risultato.

Il ritmo comunque è molto alto e non mancano le inevitabili cadute sulle stradine del Limburgo, spesso umide. La più importante arriva a circa 50 chilometri dalla conclusione, coinvolgendo alcuni nomi importanti come Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Rémi Cavagna (Soudal-QuickStep), Dorian Godon (Ag2r Citroën) e Neilson Powless (EF Education – EasyPost). In testa intanto si vede Pogacar parlare più volte con la moto dell’assistenza tecnica prima di essere finalmente assisitito dalla sua ammiraglia sul Kruisberg, perdendo così metà del vantaggio residuo visto che una accelerazione della Trek – Segafredo aveva portato il gap ad appena venti secondi. Lo sloveno tuttavia non ci mette molto a rientrare, tenendo così a distanza Ide Schelling (Bora-hansgrohe) e Matteo Trentin (UAE Team Emirates), che avevano provato ad anticipare dal gruppo prima della temuta salita.

Qui ad accelerare in gruppo è invece Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep), che porta con sé Jai Hindley (Bora-hansgrohe), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Alexander Kamp (Tudor Pro Cycling), mentre vengono ripresi e staccati Schelling e Trentin. Questo quartetto viene raggiunto da Mattias Skjelmose (Trek – Segafredo) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny), avvicinandosi a 15 secondi dalla testa della corsa ai piedi dell’Eyserbosweg. È tuttavia questo il momento scelto da Tadej Pogacar per far definitivamente esplodere la corsa. Lo sloveno si alza infatti sui pedali, seguito dal solo Pidcock, mentre gli altri arrancano alle loro spalle. Unica eccezione è Healy che gestisce bene l’ascesa, seguito inizialmente anche da Lutsenko e Kron, che perdono le ruote dell’irlandese a metà salita, quando il secondo classificato della Freccia del Brabante alza il ritmo per riuscire a rientrare sui primi due.

L’impresa non riesce invece a Lutsenko e Kron, che faticano a trovare una intesa sin dalle prime pedalate, vedendo così la manciata di secondi incassata aumentare sempre più. Alle loro spalle, dopo aver ripreso gli altri ex fuggitivi, si esaurisce invece l’azione del gruppetto di Bagioli, che non riesce più ad avvicinarsi. Sulle rampe del Keutenberg arriva l’ultimo affondo di Pogacar, che si alza sui pedali. Healy cede subito, mentre Pidcock prova a resistere qualche metro in più prima di doversi arrendere a sua volta, lasciando il fenomeno sloveno involarsi verso un altro eccezionale trionfo. Pedalata dopo pedalata nel corso dei 28 chilometri rimasti, infatti, Pogacar fa il vuoto, accumulando un vantaggio monstre nei confronti di tutti.

Unica eccezione è Ben Healy, che dopo essere rimasto con Pidcock fino agli ultimi 15 chilometri, perdendo comunque quasi 40 secondi, allunga rispetto al britannico e comincia sorprendente ad avvicinarsi allo sloveno, tanto da presentarsi con un ritardo di poco più di venti secondi a dieci chilometri dal traguardo, mentre ormai il campione olimpico di MTB crolla definitivamente. Aiutato incredibilmente dalla macchina dell’organizzazione che gli resta pochi metri davanti, Pogacar non ha comunque problemi a respingere l’assalto del rivale, alzando nuovamente il ritmo sull’ultima salita, durante la quale riporta il vantaggio oltre i 40 secondi.

Per il fuoriclasse sloveno è dunque ormai una passerella verso un altro straordinario successo, mentre alle sue spalle Healy si prende una bella seconda posizione, concludendo a 38 secondi. Oltre i due minuti invece il ritardo di Pidcock, che resiste per un soffio al rientro di Kron e Lutsenko, che discutano nuovamente al momento di rimontare il britannico nell’ultimo chilometro. Andrea Bagioli chiude invece in sesta posizione, regolando il gruppetto degli inseguitori, che conclude dopo 3’14”, confermando distacchi davvero impressionanti per una corsa che nelle ultime edizioni si era risolta sul filo del rasoio.

Risultato Amstel Gold Race 2023

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