Giro d’Italia 2019, Presentazioni Squadre: Bora-hansgrohe

La Bora-hansgrohe si presenta al Giro d’Italia 2019 con l’ambizioso obiettivo di ottenere successi di tappa e curare con profitto la classifica generale. Alla quarta partecipazione nella Corsa Rosa, in programma quest’anno dall’11 maggio al 2 giugno, la formazione tedesca è andata a segno nelle ultime due edizioni dopo essere rimasta all’asciutto all’esordio, datato 2012. Nel 2017 fu l’austriaco Lukas Pöstlberger a regalare al team una gioia che portò anche in dote la prima maglia rosa della corsa, mentre un anno fa l’irlandese Sam Bennett ha aggiunto al bottino collettivo ben tre timbri in volata. Nessuno dei due sarà però al via della corsa sabato prossimo da Bologna, con la dirigenza che già in inverno ha annunciato delle nette scelte di campo.

La prima risponde al nome di Pascal Ackermann. Il 25enne di Kandel ha rappresentato infatti la prima scelta quando si è trattato di individuare il velocista da proporre ai nastri di partenza, nonostante le ottimi performance di Bennett dodici mesi or sono. A garantire il posto in squadra al campione nazionale tedesco sono state le nove vittorie della passata stagione, uno score che gli è valso il meritato debutto in un GT. Il suo percorso di avvicinamento è stato scandito dalle affermazioni nella Clasica de Almeria, alla Bredene Koksijde Classica e, non più tardi di una settimana fa, al GP di Francoforte. Tre sigilli pesanti che aumentano la curiosità intorno al battesimo sulle tre settimane contro i migliori pedali veloci del lotto, ai quali contenderà verosimilmente la maglia ciclamino qualora dovesse riuscire a resistere sulle salite.

Pedine preziose per aiutarlo a cogliere almeno una vittoria, componendo un treno affiatato e affidabile, sono i connazionali Rüdiger Selig, corridore veloce e alla terza partecipazione nella Corsa Rosa, e Michael Schwarzmann, altro atleta capace di cogliere risultati discreti se lasciato in proprio e per il quale si tratterà della prima volta nel Belpaese. Inoltre non vanno sottovalutate le capacità di Jay McCarthy, australiano che va a nozze coi tracciati misti e che già al debutto nella corsa nel 2014, a soli 22 anni, si piazzò terzo sul traguardo di Vittorio Veneto.

Due sono gli uomini che proveranno a curare la classifica generale. Assente dal 2016, Rafal Majka presenta come biglietto da visita una presenza fissa nella top ten finale delle tre edizioni alle quali ha preso parte. Il polacco è parso in buona forma sulle strade del Tour of the Alps, che pure ha chiuso con una caduta, ed è chiamato a riscattare un 2018 in chiaroscuro che lo ha visto provare l’accoppiata Tour-Vuelta senza riuscire a ricavare gioie né parziali (tappe) né finali (classifica). Fondista per definizione, potrà eventualmente ambire alla classifica riservata agli scalatori qualora la condizione non dovesse rivelarsi quella dei giorni migliori. In quel caso non vanno allora sottovalutate le chance di un Davide Formolo consacrato ad alti livelli dal secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi. La Roccia veronese ha completato la top ten delle ultime due edizioni della corsa e ora deve dimostrare di poter salire un gradino per completare il suo percorso di crescita.

Completano la selezione due battitori liberi che possono rivelarsi utili sia nel treno di Ackermann che per le azioni di giornata. Cesare Benedetti, che è l’unico tra i selezionati ad aver preso parte con questa divisa a tutte le precedenti partecipazioni della Bora, sarà una sorta di regista in gara, provando a farsi vedere con qualche azione da lontano. Prerogative speculari per il polacco Pawel Poljanski, che potrebbe però disporre di qualche licenza in meno per provare a restare il più possibile insieme a Majka e Formolo nelle giornate più dure.

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