Imola 2020, Damiano Caruso: “Abbiamo provato a fare qualcosa, ma il ritmo del Belgio era troppo alto. Non ho rimpianti”

Damiano Caruso è stato il migliore italiano a Imola 2020. Il siciliano ha concluso la prova in linea del mondiale in decima posizione, dopo aver provato anche ad allungare nel tratto più duro dell’ultimo giro. Il corridore della Bahrain-McLaren, che aveva terminato il Tour de France 2020 decimo nonostante il gran lavoro per il proprio capitano Mikel Landa, non ha avuto il cambio di ritmo giusto per seguire i migliori, venendo relegato nel secondo gruppetto di inseguitori alle spalle di un Julian Alaphilippe (Francia) lanciato verso la vittoria. Battuto allo sprint per la settima posizione da corridori più veloci di lui come Michael Matthews (Australia), Alejandro Valverde (Spagna) e Maximilian Schachmann (Germania), l’azzurro ha comunque conquistato un posto nella top ten.

Il classe ’87 ha raccontato le proprie sensazioni ai microfoni della Rai appena terminata la prova iridata: “La gara, man mano che passavano i giri, diventava sempre più dura. Nel finale abbiamo provato a fare qualcosa, ci siamo parlati con Vincenzo e con gli altri ragazzi, ma il ritmo imposto dal Belgio era alto ed era difficile fare la differenza. Nel finale sapevamo che non eravamo i favoriti con questo tipo di salita esplosiva, ma non ho rimpianti perché siamo arrivati stremati e abbiamo provato a fare il possibile“.

La top ten finale racconta che otto delle prime dieci posizioni sono state occupate da corridori usciti dal Tour de France 2020, evidentemente un’ottima rampa di lancio per preparare la prova iridata. Soltanto il danese Jakob Fuglsang, quinto, e Michael Matthews, settimo, non hanno partecipato alla Grande Boucle e sono riusciti a essere protagonisti, rimanendo tuttavia tagliati fuori dal podio: “Non è una regola, ma normalmente chi esce dal Tour ha qualcosina in più. Un carico di lavoro così è impossibile da simulare in allenamento. Ma è stato un bel mondiale”.

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