Giro d’Italia 2023, a una settimana dalla crono decisiva è stata chiusa (anche alle bici) la salita del Monte Lussari: questione di sicurezza

Una settimana fa, la cronometro del Monte Lussari consegnava il successo del Giro d’Italia 2023 a Primoz Roglic. Oggi, la salita che ha visto lo sloveno della Jumbo-Visma ribaltare la Corsa Rosa non è più accessibile al traffico, nemmeno delle biciclette, ed è stata chiusa con cancelli e sbarre. La strada, classificata come forestale, attraversa i terreni del Fondo Edifici di Culto, amministrato dal Comando dei Carabinieri per la tutela della biodiversità e dei parchi, e negli scorsi giorni proprio il comandante locale ha emesso un’ordinanza per la chiusura del percorso. Il motivo, come si legge nel documento che ha sancito il divieto, è la particolare pericolosità della strada, priva di protezioni (dunque, piuttosto rischiosa soprattutto in discesa) e con carreggiata piuttosto stretta.

Sicuramente c’è un problema di pericolosità legata alla discesa – ha dichiarato il sindaco di Tarvisio, Renzo Zanette, a Il Gazzettino – Se la strada fosse iscritta al Demanio stradale comunale, allora si potrebbe fare un’ordinanza come da codice della strada e credo che alla fine andrà così. A quel punto valuteremo come aprirla e con quali prescrizioni”.

Una delle ipotesi che potrebbe consentire di riaprire la strada alle bicilette è quella di permettere solo la salita ai ciclisti, che poi scenderebbero a valle attraverso la cabinovia: “Sono d’accordo che le bici possano essere un problema in discesa, ma bastava una riunione e si regolamentava la discesa in seggiovia invece di bloccare l’economia di una vallata – le parole di Stefano Mazzolini, vice presidente del Consiglio regionale, all’Ansa – Quanti turisti stanno arrivando in questi giorni sperando di emulare i loro eroi e devono tornare casa delusi? Per una vallata che vive di turismo, questi sono colpi mortali”.

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