Giro d’Italia 2022, la sfida di Vegni a Pogacar & co: “Vincere 3-4 Tour cambia poco, ma Giro-Tour nello stesso anno…”

Mauro Vegni cerca di attirare i big al Giro d’Italia 2022. Visti i risultati e le congiunture delle ultime tre stagioni, appare quasi certo che i tre grandi nomi da GT quest’anno si concentreranno sul Tour de France, con la Corsa Rosa che dovrà dunque cercarsi altri sfidanti. In un panorama in cui probabilmente troveranno comunque posto i vari Joao Almeida, Richard Carapaz, Damiano Caruso, Miguel Angel Lopez, Vincenzo Nibali e Simon Yates, appare tuttavia evidente come la mancanza di Egan Bernal, Tadej Pogacar e Primoz Roglic sarà comunque un colpo duro da incassare. Il direttore del Giro prova così a lanciare un guanto di sfida, pungolando l’orgoglio dei grandi campioni.

“Ora che il percorso del Giro è stato presentato, dopo che hanno avuto modo di visionare anche quello del Tour, ognuno farà la sua scelta – ha commentato Vegni a RadioCorsa – Mi piacerebbe vedere una sfida sui doppi giri da parte dei corridori che oggi rappresentano il futuro di questo sport. Credo che vincere tre o quattro Tour cambia poco, ma vincere Giro e Tour nella stessa stagione potrebbe dare un elemento distintivo molto importante“.

Una sfida che nessuno riesce a superare dal 1998, anno della straordinaria doppietta di Marco Pantani. Da allora a provarci concretamente solo Ivan Basso (2005-2006),  fermato da un virus intestinale e dalle note vicende dell’epoca, Alberto Contador, che nel 2011 conquistò il Giro per essere respinto dal Tour chiuso in quinta posizione e, più recentemente, nel 2018 ci provarono sia Tom Dumoulin che Chris Froome, senza tuttavia riuscire nell’assalto. Il neerlandese fu infatti secondo in entrambe le corse, mentre il britannico trionfò alla Corsa Rosa per poi chiudere terzo la Grande Boucle.

La sfida è dunque più che proibitiva, come ricorda anche Vincenzo Nibali, presente in studio: “Io ho provato più volte a correre Giro e Tour, ma non mi sono mai trovato bene sullo stesso appuntamento, ovvero l’accoppiata Giro-Tour, ma molto meglio sull’accoppiata Giro-Vuelta”. Intermezzato dalla puntualizzazione di Vegni che fa notare come “non è la stessa cosa”, il siciliano è chiaramente d’accordo e prosegue: “Molti corridori puntano tantissimo al Tour e ci arrivano freschi. Dipende da come si fa la prima parte di stagione. Se si dà rande importanza alla prima parte, arrivare fino al Tour diventa molto lunga, quindi concentrare i due appuntamenti e avere il pieno delle energie in questi due appuntamenti sicuramente è difficile. Ma in caso di doppia vittoria ti può dare un risultato che resti nella storia per sempre”.

La sfida, che ha in Fausto Coppi il primo a riuscirci nel 1949, per poi ripetersi tre anni più tardi, è stata poi completata solo da altre cinque persone (per un totale di dodici volte in oltre cento anni di storia): Jacques Anquetil (1964), Eddy Merckx (1970, 1972, 1974), Bernard Hinault (1982, 1985), Stephen Roche (1987), Miguel Indurain (1992, 1993) e Marco Pantani (1998). Mai dunque attesa fu così lunga da quanto il campionissimo riuscì in quello che fino ad allora era considerato impossibile. L’attesa più lunga fu infatti proprio dopo l’Airone, con 12 anni di attesa prima che Anquetil ci riuscì. Sono invece ormai 23 anni che nessuno ci riesce più…

Obiettivamente, difficile pensare che possa succedere quest’anno. Intanto, Mauro Vegni e i suoi collaboratori cercheranno comunque di attirare il più alto numero di big al via, in termini di qualità e quantità: “Ora inizia il lavoro per portare il lavoro per portare i campioni e avere un cast decente a questo Giro – aggiunge infatti il numero uno della Corsa Rosa – Visto che i percorsi sono all’altezza dei grandi corridori speriamo di averne qualcuno importante come abbiamo fatto negli ultimi anni”.

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