Giro d’Italia 2019, Nibali ribadisce: “Non ho niente da perdere, secondo o terzo non conta”

Restano due tappe a Vincenzo Nibali per far saltare il banco del Giro d’Italia 2019. Sin da inizio corsa il siciliano ha gli occhi di tutti puntati addosso nell’attesa del suo attacco decisivo, atteso proprio per queste ultime tappe. Ovviamente, più domani che oggi, con il finale di San Martino di Castrozza che non sembra particolarmente adatto allo Squalo dello Stretto, contrariamente al tappone di domani, in cui il ripetersi di salite e la più lunga distanza sono fattori importanti per un corridore con le sue caratteristiche. Secondo a 1’54” da Richard Carapaz (Movistar), probabilmente ha bisogno di recuperare circa 90 secondi per poter sperare poi di festeggiare in Maglia Rosa a Verona, dopo la cronometro.

Distacchi non impossibili per un corridore che ha già ribaltato situazioni molto più disperate, con il suo secondo successo nella Corsa Rosa che si è concretizzato proprio con un ribaltone ormai insperato. I giorni decisivi sono arrivati e lo Squalo dello Stretto è pronto a mordere, ribadendo concetti già espressi nei giorni scorsi: “Io non ho niente da perdere, qualsiasi cosa succederà va bene – spiega alla Gazzetta dello Sport – La mia è una missione impossibile? Sì, un po’ lo è. Ma non darei niente per scontato. Credo che il Giro sia ancora aperto per tutti”.

Niente proclami, comunque. Un mix di ragione e sentimento che si scioglierà solamente in corsa, sul momento, valutando le proprie forze e quelle degli avversari. “Se le gambe ci sono, uno può giocare anche il tutto per tutto – spiega – Parlo del futuro, non so come starò sabato che è il giorno più importante. Se invece le gambe non ci sono, difficile pensare di fare un attacco in stile Froome. Sono azioni molto azzardate, si può anche esplodere per aria e perdere tutto. Ho vinto già due volte il Giro, senza dubbio sono qui a lottare per il terzo. Al punto in cui sono arrivato, conta o vincere o perdere. Una delle due. Chiudere secondo o terzo a volte non conta niente. Però bisogna vedere, ripeto, cosa dicono le gambe”.

Il senso è dunque abbastanza chiaro. Voglio farlo, ma non avrebbe senso se già so di non poterci riuscire. D’altro canto, se un podio non aggiungerebbe necessariamente molto al suo palmarès, pur confermandone longevità e regolarità, un risultato di rilievo, seppur non una vittoria, è comunque importante per la squadra e per i compagni “per tutto quello che hanno fatto”. E questo ovviamente Vincenzo lo sa e lo mette sul piatto della bilancia per “un senso di rispetto alla squadra che in questi giorni mi ha sempre supportato”.

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