Giro d’Italia 2018, Fabio Aru non molla: “Ci tenevo tantissimo, io per primo e più di tutti”

Fabio Aru non lascerà il Giro d’Italia 2018. Perlomeno non ne ha l’intenzione, non dalla porta piccola e non senza lottare ancora. Il capitano della UAE Team Emirates era stato già ieri durante la tappa vicinissimo al ritiro, pronto a mettere il piede a terra al culmine di quella che da qualche settimana si sta rivelando come la peggiore crisi e delusione della sua carriera sportiva. Se finora con orgoglio e determinazione era riuscito a non naufragare, ieri l’ennessima fatica e anche la testa è venuta meno. Convinto dal supporto dei compagni e dall’affetto dei tifosi, il Cavaliere dei Quattro Mori era rimasto in sella fino al traguardo, dove è giunto con un ritardo di quasi venti minuti.

Finita la tappa però la domanda successiva è se vale la pena continuare una Corsa Rosa in cui resta da capire se può ancora dare qualcosa. Ma l’unico modo di scoprirlo è non mollare e, dopo una lunga riflessione con il suo staff e le persone a lui più fidate, stamani il sardo ha deciso di continuare questo #Giro101 e martedì si presenterà regolarmente al via della cronometro tra Trento e Rovereto. Per lui potrà in qualche modo essere una seconda giornata di riposo, visto che ormai ambizioni di classifica non ne ha più, con la speranza di poter concretizzare quel moto d’orgoglio che nel suo intento lo vuole portare sino a Roma, magari dopo aver conquistato una bella tappa alpina.

“Oggi è stata una giornata veramente dura, sia sotto il profilo fisico che psicologico – ammetteva ieri dopo il traguardo, dopo essersi inizalmente chiuso nel silezio – Voglio ringraziare i miei compagni per essermi stati vicino. Mi ritrovo senza forze, incapace di tenere il ritmo, come svuotato. Non sto bene, ovviamente, e adesso dobbiamo capire il motivo di questo mio malessere. Ci prendiamo un pò di tempo per fare le nostre valutazioni e il giorno di riposo di domani ci aiuterà”.

Un commento amaro, ancor prima di un ciclista di un uomo, di un ragazzo, che era arrivato con grandi speranze e ambizioni, ma che invece deve fare i conti con la sconfitta. Una débacle inattesa, resa forse ancor più dura dalle numerose critiche ricevute, a volte anche fuori dalle righe e dai toni che il contesto merita. “Vi chiedo solo un pò di comprensione per il dramma sportivo, la mia forte delusione è figlia della voglia di far bene – concludeva – Ci tenevo tantissimo, io per primo e più di tutti“.

Un commento

  1. Ricordo ad Aru e ai Sig.giornalisti che per arrivare ad un Giro D’Italia con grandi speranze ci vogliono i presupposti.
    A me risulta che Aru ,dopo il 2015 ha praticamente deluso in pieno le attese.

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