#SpazioTalk, Gianni Savio: “Il bilancio di questa stagione è soddisfacente. Ci saremo anche l’anno prossimo”
Gianni Savio traccia un bilancio su questa stagione. Il general manager della GW Shimano – Sidermec, squadra sorta sulle “ceneri” della Drone Hopper-Androni Giocattoli Sidermec dopo i problemi di liquidità del main sponsor, elogia i risultati dei suoi corridori, che hanno ottenuto in tutto 32 successi (31 in Sudamerica, 1 in Italia) in stagione. La redazione di SpazioCiclismo lo ha contattato per sapere in esclusiva i piani per il 2024. Ecco quindi l’intervista a Gianni Savio, di cui potete ascoltare un estratto nella puntata di SpazioTalk, il podcast di SpazioCiclismo.
Che bilancio faresti di questa stagione?
Il bilancio per me è soddisfacente. Non dimentichiamo che io e Marco Bellini, dopo il disastro provocato dalla Drone Hopper, siamo ripartiti proprio da zero. Non potevamo più permetterci una Professional, paradossalmente nonostante avessimo e abbiamo un contrato da un milione e mezzo a stagione, per quattro anni. Però è inutile contare su un contratto teorico e non pratico. Abbiamo fatto un miracolo nel portare la squadra a fine stagione nel 2022. Qualunque altra formazione che si fosse trovata senza le risorse del main sponsor non si sarebbe salvata. Tante, nella storia del ciclismo, sono saltate prima, non hanno finito la stagione.
Quindi si sono aperte le possibilità in Colombia.
Date le relazioni che ho mantenuto con la Colombia, abbiamo trovato la possibilità di correre con questa Continental che ha ottenuto buoni risultati. E lo dico oggettivamente, non come sensazione mia. Abbiamo comunque vinto 31 corse in Sudamerica e una in Italia, il Giro di Reggio Calabria, nel quale noi Continental ci siamo trovati a fronteggiare squadre World Tour e forti Professional. E abbiamo vinto. Chiaro che le vittorie in Colombia hanno un peso limitato, ma hanno un peso importante per il main sponsor, che è la GH Bicicletas, uno dei più importanti di tutta la Colombia. Loro hanno chiesto di fare tutto il calendario colombiano perché hanno interessi commerciali soprattutto in Sudamerica e quindi intendevano incrementare la conoscenza del marchio e volevano fare una promozione in Colombia e Venezuela. Nella Vuelta a Tachira abbiamo vinto una tappa con Guatibonza.
Anche al Giro Next Gen è andata bene.
Esatto, non dobbiamo dimenticare che abbiamo piazzato due corridori in top 10: Gomez e Umba. Inoltre siamo saliti sul podio finale a squadre, terzi classificati. E la Jumbo era imbattibile, è una squadra stratosferica. Se facciamo un bilancio generale quindi è buono. L’anno scorso dissi che avrei accettato di scendere di categoria, ma alla presenza di un progetto giovani. Il progetto giovani c’è stato e abbiamo lanciato corridori interessanti. Dopo tutti quelli che abbiamo già lanciato in questi anni, abbiamo aiutato a spiccare il volo corridori come Guatibonza, andato alla UAE Development, e Umba, che è andato all’Astana. Io e Marco ci siamo dannati l’anima perché avevamo corridori con un contratto anche per questa stagione e volevamo che corressero. Il risultato è soddisfacente, è ovvio che dovendo partecipare alle corse del calendario colombiano non abbiamo potuto accettare inviti ad alcune corse europee. Non avevamo la possibilità di fare un doppio calendario. Questo è stato il tasto dolente.
Anche per una questione di punti UCI.
Sì, le 30 vittorie in Colombia e la Vuelta a Tachira in Venezuela, pur essendo corse importanti, non danno punti UCI. Sono le incongruenze sudamericane nel calendario UCI. Per cui non abbiamo potuto partecipare per esempio al Sibiu Tour, che in passato abbiamo anche vinto con Bernal. Gli unici punti li abbiamo fatto nelle corse in Italia. Sarebbe fuorviante guardare una classifica mondiale nostra: 30 corse vinte hanno portato zero punti. Se avessimo potuto partecipare alle corse europee, avremmo potuto fare punti con la squadra che abbiamo.
L’anno scorso avevi detto che se la Drone Hopper avesse trovato la liquidità necessaria, avresti potuto riportare la squadra nel circuito Professional. È ancora una possibilità?
Purtroppo non è stato così. Con la Drone Hopper abbiamo ancora relazioni, non abbiamo fatto causa per non farli fallire. Se avessimo fatto causa avremmo preso i soldi, ma non sappiamo quando. Queste cause iniziano, vanno avanti e continuano, le stagioni passano e le risorse non arrivano. Purtroppo quindi il prossimo anno faremo di nuovo una Continental, perché non abbiamo trovato le risorse per tornare nel ProTour e la Drone Hopper non è in grado di garantirle. Io e Marco Bellini abbiamo deciso, di comune accordo, che avremmo sempre svolto attività e assunto impegni a rischio zero. Non a rischio calcolato, come abbiamo fatto in alcune circostanze, quando era sempre andata bene. A rischio zero significa incontrare un’azienda, spiegare il proprio programma e poi, se si vuole iniziare subito, chiedere una fidejussione notevole. E le aziende, prima di stanziare una fidejussione che dovrebbero ovviamente pagare fanno determinate valutazioni. E, nel nostro caso, non siamo riuscite a concludere gli accordi.
Questo è un problema che il ciclismo italiano sta vivendo ormai da anni.
Sì, sicuramente. Noi siamo riusciti a compiere questo miracolo nel portare avanti la squadra. Ci saremo anche nel prossimo anno, non sappiamo ancora bene di preciso come.
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