#SpazioTalk, Davide Cimolai: “Ero pronto a smettere, ma l’ambiente Movistar mi ha fatto cambiare idea”
Davide Cimolai è pronto per una nuova stagione. Il classe ’89, che non ha rinnovato il contratto con la Cofidis, sembrava quasi intenzionato a lasciare il mondo del ciclismo professionistico, con una carriera che vanta 9 vittorie, 14 partecipazioni ai Grand Tour e 25 alle Classiche Monumento. A inizio dicembre però è arrivato l’annuncio ufficiale del suo passaggio alla Movistar, formazione spagnola che gli permetterà di continuare nel circuito World Tour. Una possibilità quasi inattesa che riporta “Cimo” in un team dove potrà far valere la propria esperienza a servizio dei compagni, soprattutto di Fernando Gaviria, e chissà, magari a cercare ancora spazio per qualche soddisfazione personale.
La redazione di SpazioCiclismo ha intervistato Davide Cimolai in esclusiva. Un estratto dell’intervista può essere ascoltato nella puntata di SpazioTalk.
La firma con la Movistar è arrivata dopo un periodo in cui tu stesso sembravi vicino al ritiro. Eri davvero pronto a lasciare il ciclismo professionistico?
Ero ben sereno, contento e consapevole di smettere. A livello mentale ero tranquillo. L’unica cosa che mi avrebbe potuto far cambiare idea era la chiamata di una squadra importante dove potessi stare bene. Una squadra un po’ familiare, con una mentalità latina. Gli spagnoli sono simili a noi, a loro piace ridere e scherzare. Era quello che mi mancava e sono sicuro che mi servirà per ritrovare entusiasmo.
Alla Movistar quindi ti ha convinto l’ambiente e il fatto di poter lavorare con Gaviria?
Si conosce la storia della Movistar, è una delle squadre più importanti del panorama internazionale. Ne ho sempre sentito parlare bene, vado a lavorare per Gaviria e devo ringraziarlo per esserci arrivato. È stato un insieme di cose che sono capitate nel momento giusto.
Sai già quali saranno i tuoi obiettivi?
Gare ancora no, anche se verosimilmente correrò insieme a Fernando. Cercherò di far fare più vittorie possibili a lui. Poi è chiaro che io ogni anno parto con l’obiettivo personale di fare la mia migliore stagione di sempre. Io parto con quest’idea, poi ovviamente l’obiettivo principale è aiutare Nando.
La Movistar storicamente non è una squadra improntata alle volate. Non pensi di poter avere un tuo spazio in qualche corsa?
Cercherò di farmi trovare pronto se servisse. I punti WorldTour influenzano molto le scelte di calendario delle squadre. Negli ultimi anni la Movistar, che è sempre stata focalizzata nelle corse a tappe, ha cercato di cambiare mentalità prendendo un velocista. Però per un velocista solo, senza una squadra per lui, è difficile vincere. Io mi auguro che il mio aiuto serva a questo.
In Movistar trovi un altro italiano che conosci da tempo, Davide Formolo. Che rapporto hai con lui?
Ci eravamo sentiti per puro caso prima ancora che questa trattativa con la Movistar andasse in porto. Gli avevo detto, scherzando, che speravo di raggiungerlo lì. La cosa si è concretizzata, sono contento di essere in squadra con lui e Maglio.
Secondo te questo nuovo contratto deriva anche dal finale di stagione, dove hai colto un quarto posto di tappa alla Vuelta e una top ten alla Parigi-Bourges?
Di sicuro i risultati aiutano parecchio. Probabilmente hanno visto che nell’ultimo anno mi ero specializzato nel fare l’ultimo uomo per Coquard, quindi c’è stato un insieme di cose che mi ha permesso di approdare qui.
Di recente Cassani, parlando della sua esperienza da c.t. della nazionale, ti ha elogiato in occasione delle vittorie di Nizzolo e Trentin agli europei. La maglia azzurra è ancora un po’ nei tuoi pensieri, nei tuoi sogni?
Mi sarebbe piaciuto concludere la mia carriera alle Olimpiadi di Parigi. Sulla carta, il percorso si addice alle mie caratteristiche. Purtroppo questa cosa sarà solo un sogno. L’Italia negli ultimi anni ha perso posizioni nel ranking mondiale e potrà portare solo tre corridori alle Olimpiadi. Con quattro o cinque posti ci sarebbe stato spazio per un gregario, con solo tre la vedo molto molto dura. Magari il c.t. porterà due capitani e un terzo per lavorare, penso. Sono molto abbattuto per questo. Ci tenevo a fare di cose: il Tour de France che parte in Italia, mi piacerebbe moltissimo, e appunto l’Olimpiade. Sarebbe stato il coronamento di una carriera.
Ma quindi c’è qualche possibilità di vederti ancora in gruppo nel 2025?
Certamente. Volevo smettere ed ero già contento così, l’anno in più con la Movistar è qualcosa che si aggiunge, quindi non mi precludo niente. Sono sicuro che se le cose partiranno nella maniera giusta potrei sicuramente continuare. A livello fisico sto bene, i numeri di quest’anno lo hanno dimostrato. Devo solo ritrovare entusiasmo e stimoli per fare queste fatiche.
Come si riparte mentalmente dopo che una parte di te aveva già accettato l’idea di ritirarsi?
Il cambiamento nella mentalità deriva dal fatto che non vedo l’ora di indossare quella maglia lì e il prestigio di terminare la mia carriera con una maglia come la Movistar. Mi gasa tantissimo.
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