NIPPO – Vini Fantini, Cunego pianifica l’ultima stagione da pro: “Un po’ a malincuore, ma gli anni passano”

Damiano Cunego è uno dei decani del professionismo azzurro e, giunto ormai alle 36 primavere, lo scalatore di Cerro Veronese è il corridore di maggiore esperienza della NIPPO-Vini Fantini. La stagione 2017 è stata piuttosto avara di soddisfazioni per il vincitore del Giro d’Italia 2004: “È stata condizionata dalla frattura alla clavicola rimediata a fine gennaio in Argentina. Ho dovuto reimpostare tutta la preparazione per rientrare ad aprile. Il mancato invito per il Giro d’Italia mi ha portato ad affrontare corse non proprio adatte a me“, è la sua analisi in un’intervista rilasciata oggi a Renzo Puliero de L’Arena di Verona.

Il momento più bello è stato sicuramente il successo del 21 luglio nella sesta tappa del Tour of Qinghai Lake: “Ho provato una grande emozione e ho avvertito le piacevoli sensazioni di quando si arriva da soli, tanto più in salita. Per me non era una cosa così scontata: ho dovuto sudarmela e lavorare sodo. Certe cose riescono facili a 25 anni. Adesso, a 36 anni, bisogna avere anche un pizzico di fortuna e che si combinino bene le cose: ho attraversato, comunque, un periodo felice”, ha aggiunto. Dopo avere concluso la stagione tra Italia e Giappone, a seconda di dove l’agonismo e gli sponsor chiamano, Cunego è pronto a pianificare la quarta stagione con la maglia della NIPPO-Vini Fantini, anche se il calendario è ancora tutto da definire: “Non abbiamo ancora affrontato il discorso – aggiunge – ma è possibile che con l’anno nuovo possano esserci novità. Una cosa è certa, comincerò la stagione come se dovessi correre il Giro d’Italia“.

Come per tutte le squadre Professional italiane, l’economia dell’intera stagione dipenderà appunto dall’invito alla Corsa Rosa, per il quale però bisognerà aspettare gennaio. Dopo aver dedicato novembre e dicembre a “chilometri, fondo e resistenza”, quando si saprà qualcosa sul Giro “la preparazione sarà diversa”, a seconda di come andrà la faccenda. Una cosa è certa, il 2018 sarà l’ultimo anno nel quale vedremo in gruppo Damiano Cunego: “Un po’ a malincuore, ma gli anni passano. Mi vengono in mente le prime interviste, quando ancora andavo a scuola al «Giorgi»: ne è passata di acqua sotto i ponti”. La sua carriera dopo il professionismo potrebbe essere ancora nell’ambito del ciclismo: “Potrò fare ancora qualcosa in altro ruolo, magari a livello di immagine, per la squadra. Intendo rimanere nel ciclismo, è qui che sono partito vent’anni fa. Intanto, porto avanti gli studi a Scienze motorie e mi concentro sull’imparare bene l’inglese“.

Non si sbilancia però sulle ambizioni personali per questa ultima stagione in sella, che potrebbe anche concludersi all’indomani del Giro: “Non so se nel 2018 riuscirò a fare ancora una corsa come quella vinta in Cina, ma nella vita non si sa mai e se le situazioni si combinano in modo giusto” aggiunge, assicurando che “di sicuro, ci sarà sempre, da parte mia, il massimo impegno. Voglio essere esempio per i giovani della squadra“. Dopo aver passato tanti anni con i riflettori puntati addosso, oggi si sente “sereno” e gratificato anche a fare il gregario: “All’ultima gara dell’anno, alla Japan Cup, ad esempio, non partivo con i gradi di favorito, ma noi avevamo in squadra un possibile vincitore, Canola. Lui ha vinto sia il Criterium che la Japan Cup ed io mi sono messo a sua disposizione, ho tirato, l’ho protetto e sono stato fondamentale a spianargli la strada perché battesse Villella, l’avversario più pericoloso. Tutto questo mi gratifica“.

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