B&B Hotels-KTM, alcuni corridori del team hanno contattato il sindacato dei ciclisti francesi: “Sono preoccupati, inevitabilmente si fanno domande”

Continuano le preoccupazioni attorno alla B&B Hotels-KTM. Nelle scorse settimane, la compagine transalpina sembrava in procinto di allestire un grande progetto che le avrebbe permesso di diventare la formazione Professional dal budget più ricco (assieme alla Alpecin-Deceuninck) e di assicurarsi così diversi corridori di peso (un nome su tutti, Mark Cavendish), tuttavia l’assenza del team dall’elenco delle squadre che hanno chiesto la licenza per il 2023 e la cancellazione della conferenza stampa per la presentazione del progetto hanno fatto sorgere diversi dubbi riguardo alla realizzazione dei piani della formazione francese. Nonostante le rassicurazioni fornite dal team manager Jerome Pineau, dunque, serpeggia preoccupazione tra gli addetti ai lavori e, soprattutto, tra i corridori già sotto contratto con la squadra, alcuni dei quali hanno contattato il loro sindacato per ottenere delle risposte, come svelato dal presidente dell’UNCP (Union Nationale des Cyclistes Professionnels), Pascal Chanteur, a Ouest-France.

Che i corridori abbiano bisogno di chiamarci per ottenere risposte alle loro domande mi sembra logico – le parole di Chanteur – Siamo lì per questo, e quando hanno bisogno di noi, siamo con loro. Siamo lì per offrire loro supporto, informazioni… Li ho sentiti preoccupati, ansiosi. Queste sono le due parole che mi vengono in mente. Ma è normale, ovviamente. So che il manager fa del suo meglio per dare informazioni ai suoi corridori e a tutto il suo staff, ma loro leggono, sentono cose… Inevitabilmente si fanno domande, anche se si fidano del loro manager. Abbiamo avuto anche procuratori di corridori che ci hanno contattato per informazioni”.

Il presidente dell’UNCP ha poi fornito il suo punto di vista sulla situazione della squadra, che ha tempo fino al 22 novembre per finalizzare l’iscrizione all’UCI: “Le auguro il meglio, davvero, e spero che questo episodio finisca bene, che la situazione si risolva. Penso che sia ancora possibile e ci credo. Ma, detto questo, bisogna anche guardare in faccia la realtà. E avendo visto Jerome (Pineau, ndr) all’inizio della settimana, non sono necessariamente rassicurato. Non ha fornito più informazioni di quelle che ho letto sulla stampa qualche tempo fa. Mi ha fatto capire che era ancora in trattative con il Comune di Parigi e alcune altre persone. Ho capito che era difficile andare avanti… Quindi questo non mi ha rassicurato molto, devo dire“.

Ho la sensazione che ci fosse solo il piano A e nessun piano B – ha proseguito Chanteur – È metà novembre, sarebbe stato bello averne uno, giusto? […] So anche qual è il clima attuale, cosa ha passato il ciclismo per due anni e la crisi del Covid, non è facile e sarebbe molto inappropriato da parte mia condannare ciò che sta accadendo. Spero solo che questo momento serva a Jerome per gli anni a venire. Ad oggi la squadra non è ancora iscritta, i corridori sono attaccati al telefono, è dura“.

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