Bardiani-CSF-Faizanè, due mesi di cassa integrazione per corridori e staff
La Bardiani – CSF – Faizanè si allinea con quella che appare una decisione inevitabile per mantenere salde le casse dei team. In un periodo senza corse, ma soprattutto senza la certezza di quando si potrà si potrà riprendere a correre regolarmente, la squadra di Bruno e Roberto Reverberi ha fatto richiesta per la cassa integrazione dei propri dipendenti, secondo quanto confermato a SpazioCiclismo. Società italiana con tutti elementi italiani, la compagine emiliana ha dunque potuto chiedere l’intervento supportivo dello stato per tutti coloro che hanno un regolare contratto di dipendenti, ovvero tutti i corridori e parte dello staff. Il personale a chiamata, non dipendenti diretti della società con sede a Bibbiano, dovrà invece fare richiesta degli ammortizzatori sociali decisi dallo stato per la propria categoria di appartenenza.
Non un taglio degli stipendi vero e proprio degli stipendi come attuato da alcune formazioni WorldTour, CCC e Mitchelton-Scott come le più colpite anche a causa delle forti perdite registrate in questo periodo dai propri sponsor di riferimento, ma una richiesta allo stato che già numerose formazioni Professional internazionali hanno anticipato nei giorni scorsi. I corridori del #GreenTeam sono dunque in compagnia dei loro colleghi di Bingoal – Wallonie Bruxelles, Burgos – BH, B&B – Vital Concept e Circus – Wanty Gobert, solo per citarne alcune.
La squadra ha comunque garantito regolarmente il mese di marzo, che sarà dunque pagato per intero, mentre la richiesta riguarda i mesi di aprile e maggio (andando così a coprire sostanzialmente tutto il periodo di stop ufficializzato dall’UCI), nei quali lo stato garantirà a tutti i soggetti che ne hanno diritto l’80% del proprio salario. La speranza della dirigenza è che si possa al più presto tornare a lavorare; concluso questo periodo si spera che, anche eventualmente ancora senza corse, ci possa essere la possibilità quantomeno di allenarsi regolarmente in vista di quella che sarà la ripresa della stagione.
La situazione finanziaria del team al momento non appare compromessa visto l’ottimo rapporto con i main sponsor, con i quali sono legati inoltre da un contratto triennale, ma la misura è stata presa come esempio di collaborazione e supporto reciproco in un contesto economico generale (anche al di fuori dello sport) difficile in cui l’investimento di sponsorizzazione da parte di una azienda non ha il ritorno sperato. Considerato che gran parte dei costi fissi di una squadra sono gli stipendi (si arriva in alcuni casi anche all’80% del budget complessivo), appare evidente, come spiegato anche da altri team manager in questo periodo, che si tratta di misure che mirano anche a garantire una stabilità sul più lungo termine.
“Situazione non è così negativa per noi. Abbiamo chiesto cassa integrazione per i nostri ragazzi per salvaguardare un pochino gli sponsor vista la difficoltà in cui si trovano – spiega Roberto Reverberi ai microfoni di SpazioCiclismo – Sono due mesi che ci sono i problemi che tutti sappiamo, con alcune aziende chiuse, cercando di venirgli un po’ incontro. È un mese che non corriamo, in previsione ce ne saranno almeno altri due sicuramente in cui saremo fermi. In attesa di una bozza di calendario da parte dell’UCI, volevamo salvaguardare loro e anche un po’ i ragazzi, perché non mi sembra giusto che quando ci siano difficoltà economiche che non riescano a portare a casa uno stipendio visto che hanno tutti famiglia ed è giusto così”.
Non perdetevi domani sera la prossima puntata di #SpazioTalk in cui approfondiremo l’argomento per comprendere meglio la situazione e le varie conseguenze di questa pandemia di coronavirus sulle squadre del movimento italiano.
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