#SpazioTalk, Leonardo Tortomasi lascia il ciclismo e torna in università: “Giovani, non mollate lo studio”
Leonardo Tortomasi si ritira dal ciclismo professionistico. Il siciliano ha corso due stagioni con la Vini Zabù, la formazione che nel 2020 gli ha permesso di fare il grande salto. Con la chiusura del team italiano, dopo due anni complicati anche dalla cancellazione di tante corse a causa del coronavirus, anche il classe ’94 non ha trovato una nuova sistemazione. Per questo motivo, come fatto da alcuni dei suoi compagni di squadra, ha scelto di cambiare completamente vita. Ai microfoni di SpazioCiclismo, l’ormai ex corridore ha comunicato la propria intenzione di tornare in università per studiare fisioterapia e costruirsi una nuova vita. Di seguito l’intervista completa, di cui uno spezzone può essere ascoltato nell’ultima puntata di SpazioTalk.
Che decisione hai preso per la tua carriera?
Ho deciso di non continuare con il ciclismo, basta. Ogni tanto faccio ancora qualche giro, ma ho smesso.
È una decisione maturata già quando la Vini Zabù ha chiuso? O hai provato a sentire anche qualche altra squadra?
Ho provato ad avere contatti con qualche squadra, ma parliamoci chiaro: per stare lontani a casa e andare in bicicletta un minimo di stipendio ci vuole. È impensabile andare in giro, prendere gli aerei e tutto con le proposte che ci sono in giro.
Sostanzialmente ti veniva proposto un rimborso spese.
Sì, nemmeno quando correvo da dilettante avrei preso così poco.
Cosa farai quindi ora?
Ho iniziato un percorso universitario, fisioterapia. Mi sto dedicando anima e corpo a questo. Ti apre tante porte, oltre allo sport potrei lavorare per esempio negli ospedali. Mi piacerebbe comunque continuare anche nello sport, in maniera privata.
Hai rimpianti per la tua carriera? Hai corso da professionista nei due anni del coronavirus.
Sì, qualche rimpianto c’è. Alla fine tutte le corse a cui ho partecipato ho ben figurato. Negli ultimi anni ho corso pochissimo, una ventina di giorni nel 2020 e una ventina nel 2021. Non ho potuto dimostrare niente. Questo è il mio rimpianto. Ma la vita è anche questa.
Ma hai avuto problemi fisici a rallentarti?
No, solo nell’ultima corsa non ho potuto partecipare a causa del coronavirus. Ma era proprio il fatto di non correre che non mi permetteva di fare risultato.
Allora perché hai corso così poco?
Eravamo in tanti e il calendario piuttosto ristretto.
Un problema comune alle squadre Professional.
Le World Tour hanno più margine nel calendario. Partecipano di diritto a tutti i Grand Tour e scelgono loro dove andare. Anche nelle corse minori possono partecipare quando vogliono. C’è gente che riesce a fare 70 corse da loro, mentre nelle Professional qualcuno ne fa 30 all’anno. Quindi è molto più difficile essere competitivi, non si ha continuità.
Però il ciclismo ti avrà lasciato qualche bel ricordo.
Il ciclismo mi ha insegnato tanto. Rimarranno sempre dei bei ricordi, va bene così. Sono felice di quello che ho fatto e lo rifarei mille volte.
Qual è il momento che ricordi con maggior piacere?
La prima partecipazione a una corsa World Tour, all’UAE Tour 2020. Ho vestito due maglie diverse in tre tappe, alla prima partecipazione è stata una bella emozione. Sono andato in fuga nelle prime due frazioni.
La tua è una bella storia perché racconta la volontà di trovare qualcosa di diverso. Tanti corridori hanno dovuto scendere di categoria o ritirarsi, tu però hai scelto di partire con un’avventura nuova.
Ho cambiato subito percorso perché qualche soddisfazione me la sono già tolto. Quando vedi che sei messo alle strette devi prendere una decisione. Mi sono subito detto che se avessi smesso mi sarei trovato qualcosa da fare. Non sono abituato a stare a casa con le mani in mano. Rimettermi a studiare è stata la decisione più logica, da diversi anni non toccavo più un libro. Ho preso questo percorso perché è una cosa che mi piace e mi ha appassionato.
Un messaggio importante anche per i giovani che magari stanno iniziando ora ad andare in bicicletta.
Sì. Non allontanatevi troppo dagli studi anche se correte in bicicletta. Per me è un piccolo rimpianto, forse avrei potuto continuare anche il percorso universitario mentre correvo. Invece ho mollato.
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