Molteni, un ritorno per aiutare i ciclisti in difficoltà

Dopo 40 anni si rivede una maglia Molteni nel ciclismo. Sponsor legato al grande Eddy Merckx, che con questa maglia conquistò i suoi successi più importanti dal 1971 al 1976, il marchio italiano ha voluto fare il suo ritorno nello sport che tanto gli ha dato (e al quale tanto ha dato). L’occasione scelta è la Sei Giorni di Londra, con la maglia color camoscio indossata per l’occasione da Adam Blythe e Joe Dibben, apparendo anche sulle divise di Roger Kluge e Theo Reinhardt. Una operazione voluta da Mario Molterni, nipote di Pietro e figlio di Ambrogio che fecero splendere il marchio ai tempi d’oro, per festeggiare i sessant’anni dalla nascita.

Un progetto che non verte al ritorno di una sponsorizzazione nel ciclismo, come alcuni avrebbero sperato (anche perché il marchio Molteni in realtà non esiste più), ma che vuole dare un importante sostegno agli ex ciclisti in difficoltà con la creazione di una apposita fondazione intitolata a Pietro Molteni. Una idea che vuole omaggiare i capostipiti di una famiglia che in qualche modo vuole ridare al ciclismo quello he ha ricevuto negli anni. L’obiettivo dunque è dare sostegno economico a corridori infortunati, malati o che con il tempo non sono più in grado di mantenere uno stile di vita decoroso. Tra gli esempi citati quello di Freddy Maertens, che ora fa il custode del Museo dei Ciclismo delle Fiandre, ma sicuramente ci saranno anche molti altre persone che potranno essere aiutate.

“In tutto lo sport non è raro incontrare storie molto amare di protagonisti caduti in disgrazia – spiega Mario Molteni – A causa di disavventure, scelte sbagliate o ogni altro tipo di circostanza; il ciclismo non fa eccezione in tal senso, talvolta anche per le conseguenze di gravi episodi traumatici in corsa o in allenamento. Il nome della nostra famiglia ha significato molto nel ciclismo e noi vogliamo appunto ricordare nostro padre impegnandoci nell’attivare un circuito virtuoso che possa portare sollievo ai protagonisti meno fortunati del nostro sport”.

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