Finanziamenti sportivi: ciclismo e nuoto penalizzati, premiati paintball e rumba

Grande sorpresa in Federciclismo (ma non solo) in seguito alla distribuzione dei fondi pubblici da parte di Sport e Salute. Malgrado sia stato uno dei più vincenti in questo straordinario 2021 (portando un totale di 97 medaglie) il nostro sport si è visto tagliare il contributo annuale. Se i fondi complessivi aumentano a 288 milioni (8 in più del 2021), la distribuzione tra le 44 federazioni sportive italiane lascia molte perplessità, in particolare riguardo alcune discipline di primo piano, capaci di portare risultati internazionali di altissimo livello, come anche il nuoto che perde 150 mila euro. Sorprende in particolare notare come alcuni aumenti di risorse siano arrivati per federazioni non olimpiche, che possono essere considerate ludiche e amatoriali, senza veri sbocchi agonistici a livello internazionale.

“Il Paese non ci merita, finita questa nidiata di campioni potremmo non averne un’altra”, tuona infatti al Corriere della Sera il presidente della federnuoto Barelli, mentre più diplomatico risulta attualmente Cordiano Dagnoni, che comunque vuole chiarimenti: “Non vogliamo fare polemiche — spiega il numero uno del ciclismo — ma non possiamo essere soddisfatti. Abbiamo in programma a breve un incontro con Sport e Salute, speriamo di poter ricevere risorse sotto altre forme”.

Non possono chiaramente mancare di far discutere i criteri di finanziamento, che ora sono sostanzialmente basati su un algoritmo che parte da un assunto sensato, ovvero la capacità di allargare la base dei praticanti di una disciplina rientrando nel budget a disposizione, ma che non sempre si traduce in risultati del tutto comprensibili. Il cambiamento è avvenuto nel momento in cui Sport e Salute si è sostituito al CONI per la distribuzione dei fondi pubblici allo sport, iniziativa volta a creare un sistema meno personalizzabile, ma il sistema potrebbe aver bisogno di una aggiustatina per riflettere meglio alcuni aspetti. L’algoritmo infatti, riporta Sport e Salute, “aumenta al 30% l’incidenza della pratica sportiva, con il ‘peso’ dei risultati sportivi che passa al 60% ed il rimanente 10% è il valore dato all’efficientamento delle risorse”, affidandosi dunque a numeri che non sempre riflettono al meglio la situazione.

Sulla carta l’organismo preposto aveva fatto sapere nei giorni scorsi che “a fronte del cambio dei criteri, nessun organismo sportivo ha subìto tagli rispetto all’anno precedente anche in considerazione dei successi dello sport italiano nel 2021”, ma in pratica la situazione sembra diversa e molte federazioni sono in subbuglio per capirci di più. Non mancano ovviamente le federazioni meritatamente premiate come atletica, pallavolo e scherma (le prime due reduci da stagione oltre le aspettative), ma, nel confronto, il +15% ricevuto da Fidasc (Armi Sportive e da Caccia) che non si occupa delle discipline di tiro ai Giochi quanto piuttosto di paintball e tiro agli animali di cartone, oppure alla Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) per i vari hockey e rugby subacqueo lasciano qualche perplessità vista la natura amatoriale e prettamente ludica di queste attività.

Indubbiamente giusto premiare federazioni, enti e società che coinvolgono le persone, creando attività di ritrovo utili anche alla salute personale e pubblica (come la danza sportiva che si occupa delle varie rumba, salsa e merengue, disco dance e cha-cha-cha), ma forse questo dovrebbe arrivare con criteri diversi e non trovandosi sotto la stessa coperta già troppo corta di un sistema sportivo che riesce a fare miracoli malgrado fondi spesso minimamente paragonabili con altre nazioni concorrenti.

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