Doping, per combatterlo oggi servono infiltrati secondo la direttrice generale dell’UCI Amina Lanaya

Per l’UCI deve cambiare il modo di combattere il doping. Mentre il cinema cerca il nuovo James Bond, anche il ciclismo potrebbe avere i suoi 007, visto che secondo la direttrice  generale dell’UCI Amina Lanaya il modo migliore per combattere il doping sarebbe quello di inserire degli infiltrati nel gruppo. I test antidoping non sarebbero la soluzione più efficace, con i truffatori che sembrano essere sempre un passo avanti e molti corridori si sarebbero mostrati preoccupati da questa situazioni, spiegando di avere l’impressione di “essere tornati agli anni della Festina” Lanaya ne ha parlato con Ouest-France, spiegando anche le possibili soluzioni.

“Oggi tutto passa per l’intelligence, l’investigazione, dalla collaborazione con le autorità di Polizia – ha rivelato – Gli imbroglioni hanno una lunghezza di vantaggio, conoscendo la periodicità di individuazione delle sostanze. I test, per me, non sono il principale strumento di lotta contro il doping, l’intelligence e l’investigazione lo sono. So che forse il mio può essere un pensiero estremo, ma penso che bisogni infiltrarsi. Infiltrarsi in gruppo, infiltrarsi nelle squadre, pagare degli informatori. È legale? Questo è da vedere, ma è il solo modo di riuscirci e avrebbe un effetto dissuasivo. Quando cominceranno a esserci positività tra persone che si credono intoccabili, la voce in gruppo comincerà a girare in senso opposto. Alcuni capiranno che non possono fare stronzate, bisogna mandare un messaggio. La Polizia è in grado di infiltrarsi, ma noi? Il fatto di non averlo mai fatto, non vuole dire che non possiamo farlo. Dobbiamo farci queste domande e mi piacerebbe avere una risposta. Non avrò pace finché non avrò avuto una risposta”.

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