CPA, Gianni Bugno contro l’ipotesi di un nuovo sindacato: “Dividerebbe soltanto il gruppo”

Non è stato un anno facile per Gianni Bugno. Il presidente del CPA, organizzazione sindacale dei corridori, ha dovuto lavorare duramente per fare da collante tra i ciclisti e le organizzazioni delle corse, sia per la questione sicurezza sia per i tanti problemi legati al coronavirus. L’ex professionista ha poi appoggiato la protesta dei partecipanti al Giro d’Italia 2020, che hanno scioperato nel corso della diciannovesima tappa ottenendo un suo accorciamento di circa 100 km per la lunghezza e le condizioni meteo non semplici. Una scelta che ha generato numerose polemiche e ha portato all’ipotesi della formazione di un nuovo sindacato, Riders Unions.

Bugno ha parlato della stagione in un’intervista ad AS: “Siamo soddisfatti che il ciclismo abbia vinto la battaglia più difficile di fronte al rischio di uno stop. Dietro le quinte c’è stato un grande sforzo, in cui il nostro ruolo è stato fondamentale. Il Covid sembra averci insegnato che è necessaria una vera collaborazione e un aiuto reciproco, anche sul tema sicurezza. Il ciclismo è uno sport sicuro quando ha le precauzioni necessarie. Rispetto ad altri sport, ha incognite che lo rendono più pericoloso di altri. Abbiamo lavorato negli anni per un ciclismo sempre più sicuro e credo che dalla prossima stagione si farà un grande passo in avanti”.

Il discorso si è poi spostato sulla protesta al Giro d’Italia: “I ciclisti hanno visto una tappa con uno sforzo immenso in un momento di emergenza sanitaria, con una situazione meteorologica durissima e dopo giorni di grande tensione e stanchezza. Il tutto nel contesto di una stagione difficile e con tanti incidenti, gravi e frequenti. Non spetta al CPA giudicare l’atteggiamento dei ciclisti, ma solo rappresentare la loro voce alle parti interessate quando la maggior parte del plotone lo desidera“.

Infine il presidente del CPA ha parlato dell’ipotesi di una nuova associazione sindacale: “Una nuova organizzazione divide soltanto il gruppo. Il CPA è aperto all’ingresso da parte di nuove associazioni e nuovi membri. Non vediamo alcun motivo per creare un nuovo sindacato, se non come tentativo da parte di alcuni di dividere il gruppo e andare contro gli interessi dei corridori. Essere uniti è importante per avere miglioramenti a favore dei corridori. Abbiamo anche forti dubbi su un sindacato gestito dai collaboratori delle squadre e dagli agenti in chiaro conflitto di interessi. Se il motto è “un corridore, un voto”, dovrebbero spiegarmi perché non sono stati scelti con lo stesso criterio…”.

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