Red Bull-Bora-hansgrohe, Finn Fisher-Black: “Alla UAE ero spesso gregario, ma sono troppo giovane per adattarmi a questo ruolo”
Il 23enne neozelandese punta in alto con la nuova squadra: "Il mio obiettivo per questa stagione è vincere, soprattutto nel WorldTour"
Finn Fisher-Black ha iniziato bene la sua nuova avventura con la Red Bull-Bora-hansgrohe. Il talentuoso corridore neozelandese ha infatti concluso al terzo posto finale il Tour Down Under 2025, a soli 12″ dal vincitore Jhonatan Narvaez, ottenendo così il suo primo piazzamento importante con la nuova squadra. Un risultato che il 23enne spera possa essere solo il primo di questa stagione, nella quale punta a migliorarsi e a fare quel salto di qualità che alla UAE Team Emirates non è riuscito a fare un po’ per via di un brutto infortunio patito nel 2022, che ha rallentato la sua crescita, un po’ perché, nella formazione emiratina, ha spesso avuto poche possibilità di cercare risultati in prima persona.
“È stata una battuta d’arresto molto importante – ha dichiarato Fisher-Black a Rouleur riguardo al suo infortunio di quasi tre anni fa – Ero sulla buona strada e stavo facendo dei passi avanti, ma mi ha tolto il vento dalle vele. Sono ripartito da zero e ho dovuto ricominciare. Non ero il talento che tutti pensavano che fossi. Pensavano che sarei andato subito a vincere le corse. Mi ci è voluto del tempo per tornare a quel livello. Negli ultimi anni è andata meglio, sono riuscito a vincere quattro gare nel 2024″.
Troppo pochi e troppo poco importanti successi per il 23enne, che spesso doveva mettersi al servizio dei compagni di squadra: “La UAE ha una quantità incredibile di talenti. Ogni anno ne porta sempre di più. Quando sei lì per qualche anno, inizi ad adattarti a quello che la squadra si aspetta da te e inizi a crederci. Spesso dovevo andare alle gare come gregario, ma ho solo 23 anni e credo di essere troppo giovane per adattarmi a questo ruolo […] Alla UAE non sentivo il bisogno di ottenere risultati, perché avevamo tanti corridori forti. Facevo una gara e il più delle volte vinceva un altro corridore della mia squadra”.
“È curioso lasciare una squadra che è già al top come la UAE Team Emirates, che non ha bisogno di fare sforzi per migliorare – ha ammesso il neozelandese – Ora sono arrivato in una squadra che vuole davvero risalire la china e si sta impegnando in ogni aspetto. Per me è una bella cosa e rende il progetto entusiasmante”.
La nuova squadra ha comportato un cambio di allenatore e nelle metodologie di allenamento: “Ho sempre fatto molta fatica nelle gare più lunghe, soprattutto in quelle da più di 200 chilometri, e sento che questo è un aspetto che mi mancava in allenamento. Con il mio nuovo allenatore abbiamo già individuato la prima cosa da migliorare. Si possono fare allenamenti specifici per migliorare la durata. Per me, se voglio andar bene nelle gare di sei ore e mezza, devo fare corse di sei ore e mezza”.
Se nelle ultime tre stagioni Tadej Pogacar è stato un compagno di squadra, da quest’anno sarà un rivale per Fisher-Black: “L’anno scorso è stato un vero e proprio dominio di Tadej, ma credo che questo cambierà un po’ il ciclismo e la gente si renderà conto che, se non possiamo batterlo in un testa a testa in salita, dovremo trovare un altro modo per farlo. Questo è lo sport, ed è così che si evolverà. Nessuno può restare al vertice per sempre“.
Il talentuoso classe 2001 ha le idee chiare sul suo 2025: “Il mio obiettivo per questa stagione è vincere, soprattutto nel WorldTour. Voglio concentrarmi sulle Ardenne e la fisiologia di queste gare mi si addice. Amo anche i Grandi Giri ed è lì che sento che il ciclismo arriva al resto del mondo. È il palcoscenico più grande ed è lì che voglio essere”.
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