Pagelle Milano-Sanremo 2023: Van der Poel fenomeno tra i fenomeni, Ganna pedala tra gli dei ed entra nell’Olimpo. De Lie e Girmay respinti, Sagan saluta senza sussulti

Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Deceuninck), 10: Un’altra giornata memorabile per il fenomeno neerlandese. In settimana aveva spiegato di essere andato peggio di quanto si aspettasse alla Tirreno-Adriatico, ma non era mai sembrato troppo preoccupato e oggi si è capito perché. Il nipote di Raymond Poulidor (che su queste strade trionfò nel 1961) è sempre al posto giusto al momento giusto e sul Poggio riesce a staccare Pogacar in salita, un’impresa mai riuscita a nessuno in questo 2023. Dopo l’attacco, poi, si gestisce perfettamente senza rischiare troppo in discesa e dando tutto in pianura per tenere alla giusta distanza i tre fenomeni che si era lasciato alle spalle e arrivare a braccia alzate sul traguardo di via Roma.

Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 9: Cinque anni dopo Nibali, l’Italia ha accarezzato di nuovo il sogno Sanremo. La prestazione del detentore del Record dell’Ora, però, ora apre nuovi scenari anche in vista delle prossime settimane e dei prossimi anni. Già punto di riferimento mondiale nella pista e nelle cronometro, il piemontese è ora nell’elite anche dei corridori per le corse di un giorno e, come lui stesso ha affermato, gli manca l’esperienza im questo tipo di corse. Stasera riguarderà la corsa odierna, forse con un pizzico di rimpianto per non avere seguito van der Poel e le sue sensazioni, mentre in futuro potrebbe ritrovarsi a guardare a questa gara come l’inizio di qualcosa di grande. Le pietre di Roubaix lo aspettano per scrivere un altro capitolo di una fantastica storia.

Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 8: In cinque partecipazioni alla Sanremo è sempre finito in top 10, con ottavo posto come risultato peggiore, tre podi e una vittoria. Tra i tre podi rientra anche quello di oggi, che di certo non gli permette di festeggiare troppo, anche perché a vincere è stato il rivale di sempre. Allo stesso tempo, però, in questo dualismo all’insegna della sportività il belga ha riconosciuto i meriti di van der Poel e, in effetti, l’impressione è che non potesse fare più di quello che ha fatto. Il classe ’94, infatti, dopo aver fatto un grande sforzo per resistere all’attacco di Pogacar, non ha potuto nulla su quello di van der Poel perché non ne aveva abbastanza nelle gambe. Alla fine perde anche la lotta per il secondo posto con Ganna, ma arrivando davanti a Pogacar si garantisce un podio che se non altro gli permette di guardare con ottimismo alle Classiche del pavé.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 8: Stavolta non riesce a raggiungere la perfezione. Quando il migliore della classe non fa il miglior compito, ma solo uno dei migliori, sia lui che il professore ci rimangono un po’ male e questo è un po’ quello che è successo oggi alla Sanremo. La UAE Team Emirates fa un lavoro perfetto, prima con Covi per riprendere la fuga, poi con Grossschartner sulla Cipressa, con Trentin in discesa e con Wellens sul Poggio. La sparata del migliore uomo arriva nel punto designato, proprio nel punto in cui era stato studiato. Ma nel più difficile dei compiti in classe, anche quando hai studiato, può capitare quella domanda a cui non sai rispondere e Pogacar non riesce a rispondere a van der Poel, che lo priva dell’ennessima giornata eccellente della sua carriera.

Soren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), 7,5: Grande uomo squadra e porta a casa anche un bel risultato personale. Il danese, infatti, chiude quinto dopo aver dato una grande mano a van der Poel nel finale della corsa, tenendolo fuori dai pericoli fino al momento dell’attacco di Pogacar sul Poggio. Ieri van der Poel aveva dichiarato di essere contento dell’arrivo di nuovi specialisti delle Classiche in squadra e la prestazione odierna dello scandinavo gli ha dato ragione. Battere in volata, anche se ristretta, Mads Pedersen è la ciliegina sulla torta che apre per lui prospettive interessanti per questa campagna di primavera, in cui potrebbe avere anche qualche occasione in prima persona.

Mads Pedersen (Trek-Segafredo), 7,5: Per il secondo anno di fila chiude sesto. L’ex campione del mondo non riesce a tenere le ruote dei migliori sul Poggio, ma non molla e resiste alle loro spalle, fino a giocarsi lo sprint per il quinto posto con il connazionale Kragh Andersen. La sensazione è che non appena capiterà un’edizione in cui il Poggio non verrà fatto a velocità supersoniche (e basterebbe il vento contrario) potrebbe diventare l’uomo più pericoloso dell’intero gruppo.

Neilson Powless (EF Education – EasyPost), 7,5: Continua l’eccezionale avvio di stagione del corridore statunitense. Dopo il sesto posto finale alla Parigi-Nizza, infatti, il classe ’96 chiude settimo sul traguardo di via Roma, dopo essere rimasto con i migliori non riesce a seguire l’attacco di Pogacar e fa parte del gruppetto di inseguitori, insieme ai quali poi giungerà a Sanremo. Siamo solo a metà marzo, ma il suo nome è ormai sempre più una certezza a questi livelli.

Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), 7: Non riesce a replicare il grande successo dello scorso anno. Lo sloveno è comunque tra i protagonisti di giornata, visto che è anche lui nel gruppetto di otto che si era formato prima dell’attacco di Pogacar. In discesa stavolta non riesce a fare la differenza e deve quindi accontentarsi di un’ottava posizione, che è comunque un interessante biglietto da visita con cui presentarsi alle Classiche del Nord.

Anthony Turgis (TotalEnergies), 7: Il francese conferma di avere un buon feeling con questa corsa.  Dopo il secondo posto a sorpresa dello scorso anno, anche quest’anno è lui a salvare la giornata del suo team chiudendo in nona posizione, portando dunque a casa una buona top 10. Sagan dirà addio a fine anno, ma il cambio della guardia sembra essere già avvenuto, con il classe ’94 che ha preso in mano le redini del team.

Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), 7: Anche lui è uno dei tre ex vincitori in top 10. Il belga si stacca sul Poggio, ma è poi bravo a resistere al ritorno del gruppo insieme ad Alaphilippe e Turgis per prendersi un ottimo decimo posto. L’unico rimpianto è che se fosse riuscito a resistere sul Poggio o se il suo terzetto avesse ripreso prima il quartetto con Pedersen avrebbe potuto dare una grande mano all’inseguimento dell’ex campione del mondo, che avrebbe forse potuto lottare per il podio.

Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep), 6: Di certo non è stata la sua giornata fortunata. Una caduta sulle ultime rampe del Turchino lo costringe a uno spettacolare inseguimento in discesa per rientrare in gruppo. Nonostante la botta e con una condizione comunque lontana da quella ottimale, il due volte iridato arriva comunque a sfiorare la top 10, un risultato che gli vale la sufficienza.

Davide Ballerini (Soudal-QuickStep), 6,5: Alla fine, tolto Pedersen che è arrivato davanti, è lui il migliore velocista del gruppo. L’italiano, infatti, vince lo sprint del gruppo valevole per la dodicesima posizione, mettendosi alle spalle fior fior di velocisti. Considerato che non era il capitano del suo team, il suo è risultato che bisogna sottolineare.

Christophe Laporte (Jumbo-Visma), 6: Anche lui non è il capitano e partecipa alla volata del gruppo. Il francese chiude secondo lo sprint del plotone e porta a casa un risultato che non aggiunge nulla alla sua stagione e a quella della Jumbo-Visma, ma che gli vale comunque la sufficienza per essere rimasto finché possibile nel vivo della corsa.

Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën), 5: Forse è quello che ha fatto il disastro più grande. Quando sarebbe toccato a lui chiudere il buco creato da Trentin sul Poggio dopo la grande azione di Wellens, il francese non ha la forza di rispondere e perde metri preziosi, facendoli perdere anche a tutto il gruppo. Ci si aspetta un cambio di marcia, soprattutto in vista delle amate Ardenne.

Caleb Ewan (Lotto Dstny), 5: Del Caleb Ewan che due anni fa brillava sul Poggio oggi non c’è traccia. Il velocista australiano resiste bene proprio fino all’ultima ascesa, ma poi viene messo in crisi dal ritmo della UAE ed è costretto a lasciare andare i più forti e le chance di vittoria. Nella volata del gruppo, poi, lo battono in quattro, ma a quel punto anche l’avesse vinta non sarebbe cambiato poi molto.

Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty), 5: Questo inizio di stagione si conferma più difficile del previsto per il corridore africano. Mentre i suoi compagni stanno vincendo spesso, lui non riesce a mostrarsi ai suoi livelli migliori. A differenza delle ultime uscite, in cui era arrivato comunque qualche piazzamento, stavolta scompare proprio quando la corsa entra nel vivo, non riuscendo a migliorare il dodicesimo posto dell’anno scorso, anzi. C’è però da sottolineare che parliamo di un classe 2000 e che questa è solo la sua seconda partecipazione a una Classica Monumento, quindi il tempo per rifarsi c’è tutto.

Peter Sagan (TotalEnergies), 5: Il tempo è invece scaduto per Peter Sagan, che su queste strade ha regalato spettacolo per tre lustri. Lo slovacco, però, non è mai riuscito a portarsi a casa una corsa che sembrava perfetta per le sue caratteristiche, con due secondi posti come miglior risultato. Parliamo però di passato, perché nell’ultima partecipazione della sua carriera il tre volte campione del mondo non è mai protagonista e a fine corsa lui stesso ha ammesso che non aveva buone gambe e di essere contento di essere arrivato al traguardo tutto intero. La prestazione odierna non è quindi sufficiente, ma per tutte le altre sue prove su queste strade diciamo grazie a questo grande campione.

Fernando Gaviria (Movistar), 4,5: Prestazione da dimenticare per il velocista colombiano. Il classe ’94 veniva dal secondo posto della Milano-Torino di qualche giorno fa e, in generale, da buone prestazioni, che però oggi non sono confermate. Il sudamericano si stacca presto, troppo presto, e la giornata di oggi cancella tanti dei passi avanti che aveva fatto con la nuova maglia.

Arnaud De Lie (Lotto Dstny), 4,5: Il WorldTour per il momento lo respinge. Dopo un grande avvio di stagione, il belga era arrivato alla Parigi-Nizza con il primo successo nella massima categoria che sembrava a un passo. Dopo essere stato brutalmente respinto dalla Corsa del Sole, al classe 2002 è andata ancora peggio quest’oggi, visto che già sulla Cipressa non riesce a seguire il gruppo. All’inizio della salita era stato anche in testa al gruppo a tirare, forse perché aveva capito di non averne e voleva dare il suo contributo a Caleb Ewan prima di staccarsi, se fosse così sarebbe comunque un segno di maturità e l’unica nota positiva in una giornata che per il resto è stata disastrosa e lo riporta brutalmente con i piedi per terra.

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