Pagelle Giro dei Paesi Baschi 2021: lezione Jumbo-Visma mentre la UAE scoppia sul più bello

Primoz Roglic (Jumbo-Visma), 10: A due giorni dalla fine sembrava aver commesso un grave errore, ma nella tappa conclusiva mette tutto a posto con una coordinata e coraggiosa azione. Un attacco dalla lunga distanza, in cui dimostra contemporaneamente di saper costruire e cogliere le occasioni. Il suo ruolino di marcia nelle corse a tappe continua ad essere impressionante, ma stavolta ci va aggiunta anche una maggiore consapevolezza di sé stesso, della sua squadra e una maggiore conoscenza tattica e delle regole del ciclismo.

Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), 9,5: Dopo la splendida Settimana Coppi e Bartali conferma l’ottimo stato di forma in una corsa con un ben altro parterre. Favorito sicuramente anche dalle situazioni tattiche, il danese dimostra tuttavia di essere pronto per questi palcoscenici, correndo anche con grande intelligenza, oltre che splendide gambe.

Alex Aranburu (Astana-Premier Tech), 9: Sempre all’attacco. Dopo una sorprendente top10 nella cronometro inaugurale, conferma di avere una gran gamba conquistando magistralmente la seconda tappa davanti al compagno di squadra Omar Fraile, basco come lui. Ma non si accontenta perchè anche nei giorni successivi lo si vede spesso provarci ancora. Tra i più attivi dell’intera settimana, dà il via anche all’azione che frantumerà il gruppo nell’ultima tappa.

Alejandro Valverde (Movistar), 8,5: Non è colui che può fare la differenza, ma corre sempre con grande brillantezza, cercando costantemente di fare la differenza quando gli è possibile per ottenere il miglior risultato possibile. Ne escono due podi e un settimo posto finale che dimostrano come possa essere ancora un corridore capace di ottenere risultati di spessore. In vista delle sue Ardenne ritrova una forma e una competitività che sarà meglio non sottovalutare.

David Gaudu (Groupama-FDJ), 8,5: Ottimi segnali in vista delle Ardenne. Le sue ambizioni di classifica generale vengono subito condizionate dal ritardo accumulato nella cronometro inaugurale. Ma le sue prestazioni nelle restanti tappe sono sicuramente incoraggianti. Si fa vedere molto spesso quando la strada sale dove risulta tra i più pimpanti. Chiude col meritato successo nell’ultima tappa che lo lancia tra i protagonisti per le prossime corse.

Mauri Vansevenant (Deceuninck-QuickStep), 8: Il talentino belga chiude a ridosso dei primi dieci una corsa di altissimo spessore. Un risultato che ne conferma le grandi qualità, non solo fisiche, visto che lo ottiene correndo con grinta e coraggio, provando ad attaccare anche dalla distanza senza paura o timori reverenziali.

Pello Bilbao (Bahrain-Victorious), 7,5: Ancora una prova della grinta di un corridore che non avrà il talento di alcuni suoi colleghi, ma mette testa e cuore per arrivare dove le gambe non arrivano. Sulle strade di casa sfiora così un successo parziale e il podio finale, ennesima conferma di affidabilità, regolarità e concretezza che tutte le squadre vorrebbero vedere nei propri corridori.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 7,5: Imbrigliato dalle tattiche di squadra, finisce per perdere malamente una corsa in cui dimostra comunque ancora una volta una gamba spettacolare e un talento assolutamente fuori dal comune. Forse è anche troppo generoso e gli manca ancora quella cattiveria del campione (nonché quel pizzico di esperienza in più) che avrebbe potuto permettergli di non farsi sorprendere nella frazione conclusiva.

Mikkel Honoré (Deceuninck-QuickStep), 7,5: Prosegue il suo momento d’oro. Dopo il primo successo da professionista ottenuto alla Settimana Coppi e Bartali una decina di giorni fa, concede subito il bis in una giornata da ricordare (l’ennesima di questo avvio di stagione) per la sua squadra. L’arrivo in parata sul traguardo di Ondarroa insieme al compagno Josef Cerny sembra il remake di quanto visto all’ultimo Tour de France da parte della Ineos con Kwiatkowski e Carapaz. Anche lui si sta rivelando un altro danese d’oro per la formazione belga.

Ion Izagirre (Astana-Premier Tech), 7: Riesce a conquistare una vittoria di tappa nella corsa di casa che gli era mancata nonostante il successo in classifica generale del 2019. Insieme al compagno Aranburu tiene alto l’orgoglio della squadra e quello dei tifosi baschi. Riesce comunque a bene figurare in una corsa che presentava un parterre decisamente superiore rispetto a quello dell’edizione di due anni fa.

Esteban Chaves (Team BikeExchange), 7: Conferma quanto di buono fatto vedere in Catalogna. Pur non riuscendo a ottenere successi di tappa, è spesso nel vivo dell’azione sia in salita che in discesa. Spesso è proprio lui ad accendere la miccia di azioni che poi si riveleranno decisive. Dimostra di essere tornato il corridore pimpante (e sorridente!) che avevamo ammirato alcune stagioni fa.

Mikel Landa (Bahrain Victorious), 6,5: Gli manca ancora qualcosa e sulle strade di casa sperava avrebbe potuto raccogliere qualcosa in più. Tuttavia, i suoi veri obiettivi sono ancora piuttosto lontani, quindi la condizione attuale potrebbe anche essere vista come un naturale passaggio verso quel che vuole raggiungere.

Adam Yates (Ineos Grenadiers), 6,5: La gamba in realtà non sembra malissimo, pur assolutamente non al livello di quella che gli ha permesso di sorvolare la Volta a Catalunya. Con l’attenuante, valida fino a un certo punto, di non aver saputo cogliere le occasioni e di aver puntato sul cavallo sbagliato nei momenti decisivi, si può portare a casa qualche risposta positiva da questa corsa. Ma non potrà sempre bastare…

Brandon McNulty (UAE Team Emirates), 6,5 : Il crollo odierno sicuramente non depone in suo favore, ma tutto sommato la sua corsa di alto livello la aveva già fatta. Non è un buon segnale per le sue ambizioni nei grandi giri, ma d’altro canto non sono queste le strade adatte ad un passista-scalatore come lui, che questi muri e queste pendenze le soffre più di altri. Da rivedere, ma non così male come il solo risultato odierno lascerebbe pensare.

Hugh Carthy (EF Education-Nippo), 6: Non era la corsa più adatta a lui. Prova comunque quando può a lasciare il segno, che sia per sé stesso o per la squadra. Generoso come suo solito, gli servirà sicuramente una condizione migliore per poter confermare di essere un corridore che può ritagliarsi un posto fra i big.

Marc Hirschi (UAE Team Emirates), 6: Sono ancora solamente le sue prime uscite stagionali, quindi era difficile aspettarsi brillantezza ed elevata competitività rispetto a corridori che invece son ormai da oltre un mese tornati alle corse. Gli manca evidentemente qualcosa ed era prevedibile, così come si è visto che ha corso soprattutto per fare fatica e accumulare chilometri, che fosse andando all’attacco o mettendosi al servizio di un team che forse avrebbe potuto concludere qualcosa in più con più sostegno anche da un non brillantissimo Rafal Majka (5,5).

Sergio Higuita (EF Education – Nippo), 5,5: La sfortuna ci mette come sempre un po’ lo zampino, ma questa era una corsa dalla quale sarebbe potuto tornare con qualcosa in più che qualche piazzamento e rimpianto. In vista delle Ardenne lancia comunque qualche segnale interessante, che tuttavia appare troppo poco per quanto riguarda la corsa stessa.

Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe), 5,5: Dopo il trionfo alla Parigi-Nizza non riesce a ripetersi. In una corsa che, sulla carta, presentava tappe piuttosto adatte alle sue caratteristiche, il corridore tedesco non è mai protagonista. Aveva provato un attacco nella tappa poi vinta da Aranburu ma poi le difficili condizioni dell’asfalto lo avevano convinto a non rischiare troppo. Naufraga, poi, nell’ultima tappa, insieme al compagno di squadra Buchmann. La sua condizione, in vista delle Ardenne, dovrà certamente migliorare.

Emanuel Buchmann (Bora-hansgrohe), 5: A un mese dal Giro d’Italia la sua condizione non sembra ancora essere delle migliori. Riesce ad entrare nella fuga che poi premierà Ion Izagirre ma, pur provando ad evitare la volata, arriva quinto sul traguardo. Per il resto non si vede praticamente mai tra i primi sulle salite. Naufraga nella tappa finale uscendo di classifica quando occupava il settimo posto.

Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 9: Bentornato. Dopo i problemi cardiaci che ne avevano condizionato l’inverno, torna in gruppo in una corsa impegnativa come quella basca dove, nonostante una condizione che non può certo essere delle migliori, si fa vedere spesso a lavorare per i propri capitani.

Wilco Kelderman (Bora-hansgrohe), sv: La sfortuna non lo molla. Dopo l’incidente che lo aveva visto coinvolto durante il ritiro sul Lago di Garda, il neerlandese si presentava in terra basca dopo una buona Volta a Catalunya. Ma una brutta caduta nel finale della terza tappa lo costringe al ritiro. Ci auguriamo per lui che la seconda parte di stagione la sfortuna possa abbandonarlo.

Michael Woods (Israel Start-Up Nation), sv: Anche il canadese è costretto ad arrendersi per le conseguenze della caduta che ha messo fuori gioco Wilco Kelderman. Per lui, fortunatamente, non sembrano esserci conseguenze significative con il ritiro che appare più che altro precauzionale in vista delle classiche delle Ardenne.

Tao Geoghegan Hart (Ineos-Grenadiers), sv: La forma è ancora lontana. Complice la sfortuna per quanto successo alla Parigi – Nizza, arriva alla corsa spagnola quasi privo di allenamento e che la gamba sia ancora piuttosto ingolfata si vede subito. Per lui si trattava dunque soprattutto di macinare chilometri, ma ha bisogno di riprendersi in fretta se vuole sperare di potersi giocare gli obiettivi ormai sempre più vicini a cui sta puntando.

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