Movistar, il Covid-19 allunga la carriera di Alejandro Valverde: “Smettere a fine 2021? A questo punto, potrei fare 6 mesi in più…”

Lo stop imposto al mondo del ciclismo dalla pandemia da Covid-19 potrebbe avere anche un risvolto positivo. Tutte queste settimane senza gare hanno infatti aumentato, una volta di più, l’appetito agonistico di Alejandro Valverde. Lo spagnolo, professionista dal 2002 e campione del mondo a Innsbruck 2018, potrebbe infatti allungarsi ulteriormente la carriera, dopo che la stagione 2020 lo sta in pratica costringendo a un lungo periodo di inattività. Il murciano, stella della Movistar, aveva già fatto sapere che avrebbe corso sicuramente per tutto il 2021, ma, a questo punto, non esclude di poter andare anche oltre.

Valverde, che ha compiuto 40 anni sabato scorso, rivela di stare pensando a proseguire la sua attività agonistica anche per il 2022: “Se non fosse successo tutto questo, avrei sicuramente confermato che il prossimo sarebbe stato il mio ultimo anno in sella. Però – puntualizza lo spagnolo –  dato che questa stagione sta andando in maniera molto particolare… In questo momento dico che non so se il 2021 sarà il mio ultimo anno da ciclista professionista“.

Il vincitore di 4 Liegi-Bastogne-Liegi aggiunge: “Potrei parlare con Eusebio Unzué (il general manager della Movistar – ndr) per un anno in più, o anche giusto sei mesi. Non scarto questa possibilità. È chiaro che il mio contratto scade a fino 2021, ma forse potrei considerare la possibilità di andare un po’ più in là. Devo vedere come risponde il mio corpo. Adesso ho 40 anni e le mie sensazioni non sono poi così brutte”.

Valverde parla anche della sua squadra, che ha vissuto un grande cambiamento nei mesi scorsi. Sono andati via compagni di peso come Nairo Quintana, Mikel Landa e Richard Carapaz e nel contempo è arrivata una giovane promessa come Enric Mas, che ha recentemente parlato con grande rispetto proprio del murciano: “Un capitano può essere visto come tale, ma prima di tutto deve essere un compagno di squadra e sapere che senza i suoi compagni non può vincere. Loro formano una parte di te, dal primo all’ultimo minuto di una gara, anche quando si è sul pullman della squadra o quando si sta mangiando insieme. Un capitano deve avere completa fiducia in loro e loro devono fare lo stesso per il capitano. Così, l’unione fa la forza e tutto diventa più facile”.

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