Movistar, Eusebio Unzué su Nairo Quintana: “Il ciclo con noi era finito, ma è stato quello che più ha fatto soffrire Froome”

Non si sono lasciati benissimo. E anche il docufilm “Dietro la prossima curva” non ha contribuito a dare l’idea che Eusebio Unzué e Nairo Quintana siano rimasti in buoni rapporti, dopo otto stagioni insieme alla Movistar. Il general manager spagnolo è tornato a parlare del colombiano, passato lo scorso inverno all’Arkéa-Samsic e parso subito brillantissimo nelle prime settimane del 2020, fino almeno al blocco delle corse. Unzué ha sottolineato una volta di più le qualità di Quintana, sottolineando come per un periodo sia stato l’unico in grado di mettere in discussione il “regno” di Chris Froome. Ma le stoccate, comunque, non mancano.

“Nairo ha dovuto fare i conti con il ciclo di successi del britannico – ha dichiarato in una video intervista sul canale YouTube El Leñero – Come capitato ad altri in precedenza con Miguel Indurain“. Quintana, al Tour de France, è stato secondo nel 2013 e nel 2015 e terzo nel 2016, anni in cui Froome e la Sky dominavano: “Il Tour non ha reso giustizia a Nairo. Penso che sia stato il corridore che ha messo più in difficoltà Chris. E penso che, senza una squadra così forte, il britannico avrebbe passato dei brutti momenti. Se Froome fosse stato da solo, Quintana lo avrebbe battuto. Ma Froome più quella squadra attorno… Lui e Chris non si sono mai affrontati uno contro uno, a parte un paio di tappe alla Vuelta a España 2016: fu un duello impressionante, quello sull’Aubisque, con una serie di 10-12 scatti a 40 all’ora”.

Unzué sottolinea una volta di più il problema che potrebbe essere costato tanti successi al colombiano: “Vedendo gli avversari con cui aveva a che fare, le cronometro erano il problema più grande. Partivamo sapendo che avremmo preso 3-4 minuti contro il tempo, eravamo condannati a questo. Calcolate il tempo perso da Quintana nelle prove a cronometro e guardate il distacco con cui arrivava a Parigi: forse un Tour l’avrebbe vinto, eccome…”

Il presente di Quintana, da un diverso punto di osservazione: “Perché non potrebbe vincere un Tour de France. Ha 30 anni e più esperienza che mai. Abbiamo visto l’inizio di questa stagione, ma se ci atteniamo agli ultimi due anni e mezzi, vediamo che dal Giro 2018 non è stato il Nairo solido che ha fatto la differenza da miglior scalatore rispetto agli altri. Se analizziamo i risultati, questa è la realtà. Continua a essere un grande corridore, di talento e con giorni fantastici in cui è in grado di fare cose spettacolari. Non so – dice Unzué – se ha la regolarità di un tempo, ma vedremo grandi cose nei Grandi Giri”.

Nessun rimpianto, dunque: “Gli dicevo ‘penso che il ciclo sia finito, per te noi e penso che un nuovo ambiente sia un buon passo per la tua carriera’. Lui aveva un peso dettato dallo stress, dalla responsabilità, dal voler vincere e dall’essere un leader unico: queste erano cose che qui alla Movistar non saremmo stati in grado di risolvere in alcun modo. Noi lo abbiamo trattato sempre con grande rispetto, ma le cose non possono essere sempre perfette. Il passo che ha fatto è stato magnifico per lui e per liberare la mente”.

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