Israel Start-Up Nation, Jakob Fuglsang punta al Tour e alle Classiche: “Spero di essere alla partenza in Danimarca”

Jakob Fuglsang sta già pensando al 2022. Quella appena conclusa ha rappresentato l’ultima stagione del danese in maglia Astana Premier-Tech ed è stata tutto sommato da dimenticare: l’unico risultato di rilievo, infatti, è stato il terzo posto al Tour de Suisse 2021. Adesso, dopo aver recuperato dalla doppia frattura a livello costale e della clavicola rimediata al Benelux Tour 2021,  il vincitore del Lombardia 2020 è pronto a cominciare la sua nuova avventura in maglia Israel Start-Up Nation con la quale spera di essere alla partenza dalla sua Danimarca del Tour de France 2022, dopo aver ben figurato nelle classiche del Nord.

In un’intervista rilasciata a Cyclingnews, il classe 1985 ha parlato proprio del forte attrazione esercitata su di lui dalle prime tappe della prossima Grande Boucle: “Naturalmente uno dei miei obiettivi è  essere al via del Tour de France che comincia dalla Danimarca. Sarà una cosa speciale per tutti gli atleti danesi e mi piacerebbe molto avere questa opportunità. Sono molto rilassato su questo e aperto alle ambizioni del team per i grandi giri”.

Se lo vorrà il team, farò classifica – ha aggiunto – ma personalmente penso che tu abbia molte più possibilità se non la fai. Credo che come corridore ho buone opportunità di vincere una corsa di una settimana, ma credo che per le tre settimane sia un po’ più difficile e irrealistico. Prima di tutto voglio fare una buona Parigi-Nizza o Tirreno-Adriatico e poi avere una buona campagna delle classiche, ma dopo, il Tour de France sarà un obiettivo”.

Proprio a proposito delle classiche, il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi 2019 spera di poter modificare un po’ il suo programma, esprimendo il desiderio di tornare al Giro delle Fiandre che ha corso solo una volta in carriera: “Dovremo discutere il calendario nei prossimi giorni e dare un’occhiata alle cose, ma mi piacerebbe tornare al Fiandre. L’ho chiesto tutti gli anni in Astana da quando l’ho fatto nel 2016. Ho sempre voluto tornare e provarci di nuovo, ma non me lo hanno mai veramente permesso”.

Non è neanche da escludere la possibilità del debutto sulle pietre della Parigi-Roubaix: “Non ho visto il calendario, ma lo spostamento della Roubaix renderà la stagione delle classiche un po’ diversa e apre alla possibilità di correre Fiandre e Amstel Gold Race prima di Freccia Vallone e Liegi. Mi piacerebbe farlo e anche la Roubaix è una gara che vorrei correre almeno una volta o due nella mia carriera”.

Il due volte vincitore del Giro del Delfinato ha poi ripercorso la stagione appena conclusa: “Non è stato un anno piacevole. Ho provato ad avere un approccio differente. Ero d’accordo con la Astana nel farlo: cominciare con più calma ed essere pronto per le classiche, ma non ha funzionato. Dopo ho avuto un buon Tour de Suisse ed era uno degli obiettivi, assieme naturalmente al Tour de France”.

Il nativo di Geneva ha imputato parte della responsabilità delle sue pessima prestazioni successive alla corsa elevtica, al vaccino contro il Covid: “Nel periodo prima e dopo il Tour de Suisse ho avuto la prima e la seconda dose e credo che una delle due abbia rovinato il Tour de France. Avrei comunque fatto il vaccino, ma forse avrei dovuto calendarizzarlo in modo differente”.

“Ho fatto la prima dose dopo il primo blocco di gare – ha continuato – Dopo sono andato in ritiro a Tenerife e tutti i test che ho fatto con il lattato sono stati molto altri se paragonati al normale. Negli allenamenti forse non mi sono mai sentito in grandissima condizione, ma neanche così male. […] Dopo la seconda dose ho avuto le stesse sensazioni e mi sembrava di aver perso il 10% della condizione. Credo che il vaccino abbia fatto il suo lavoro ed ho solo sbagliato i tempi”.

Per finire il trentaseienne ha riflettuto anche sul suo futuro: “Mi piacerebbe finire con le Olimpiadi di Parigi tra tre anni. So che è difficile con tutti questi danesi forti e forse il percorso non sarà neanche adatto alle mie caratteristiche, ma credo che possa essere un obiettivo. […] Per il momento non sono stanco di correre e non sento di avere 36 anni. Credo di poter andare avanti ancora per un po’. Mi piace gareggiare e andare in bicicletta e sono contento di avere ancora un contratto lungo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio