Ineos Grenadiers, la nuova sfida è “spodestare chi è ora al top come Pogacar e Vingegaard”

Consapevole di non essere più la formazione di riferimento nei grandi giri, la Ineos Grenadiers si prepara ad una nuova era. Se quattro anni fa è arrivato l’ultimo trionfo alla Grande Boucle chiudendo un ciclo, anche se in quel momento non sarebbe stato forse neanche immaginabile, la formazione britannica ha comunque trionfato al Giro d’Italia nel 2020 e 2021, salendo poi sul podio del Tour de France lo scorso anno, oltre che sfiorando quest’anno nuovamente il successo alla Corsa Rosa, senza dimenticare anche il podio alla Vuelta a España 2020, poi solo avvicinato nei due anni successivi. Risultati comunque importanti, anche se ovviamente non all’altezza dell’illustre passato, ma soprattutto che hanno confermato come, al momento, la ex corazzata britannica non ha un uomo all’altezza dei due nuovi dominatori della disciplina, almeno per quanto riguarda i grandi giri, Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard.

Dopo gli incidenti che hanno tagliato fuori Chris Froome ed Egan Bernal, la squadra ha provato ad affidarsi a Geraint Thomas, autore di buoni piazzamenti, ma anche lui molto sfortunato, affiancandogli Richard Carapaz e Adam Yates, che dopo alcuni buoni risultati sono comunque partiti per altri lidi. Con Daniel Martinez che non ha mai fatto il grande salto di qualità e in attesa di capire se Bernal potrà tornare al suo livello dopo il tremendo incidente del gennaio 2022 nonché tutti i problemi che son seguiti, la nuova guardia al momento è rappresentata da Tom Pidcock e Carlos Rodriguez, cha affrontano quest’anno per la prima volta il Tour con ambizioni di classifica, lottando entrambi al momento per un piazzamento nei dieci, potenzialmente restando ancora in lizza con un posto sul podio.

Sono tuttavia ancora ben lontani dal livello superiore, che comunque il team punta nuovamente a raggiungere, correndo dunque in questi giorni con la stessa mentalità di sempre, per concedergli l’opportunità di imparare. “Non abbiamo un leader candidato al successo, ma comunque puntiamo alla miglior classifica possibile – spiega Rod Ellingworth a Vélo – Pogacar e Vingegaard sono ad un livello più alto, ma noi corriamo comunque per fare classifica e facciamo quel che facciamo solitamente. Siamo qui con i nostri giovani e devono imparare e svilupparsi per il futuro con tutto questo lavoro attorno a loro. Siamo fiduciosi di poter tornare ad essere una squadra che vince i grandi giri. Se non subito, in futuro”.

Se ovviamente l’obiettivo è che il futuro arrivi al più presto, il dirigente britannico accetta con fatalismo che la situazione sia cambiata in questo periodo, consapevole che la ruota potrebbe girare nuovamente in loro favore. “Nella vita le cose cambiano – aggiunge – Ci siamo goduti il nostro periodo al top, mentre ora tocca ad altri. Le corse sono diverse rispetto a prima, ma siamo entusiasti della sfida di spodestare chi c’è adesso come Pogacar e Vingegaard”.

Il Tour 2023 sembra dare buoni segnali in tal senso, anche se ovviamente c’è ancora tanto lavoro da fare. Vedere i due giovani in lotta per le posizioni di vertice e Bernal riuscire comunque ad avere un peso sulla corsa sono forse anche più di quanto il team si aspettasse: “Egan ha dimostrato già in passato le sue qualità – prosegue Ellingworth – Invece, Tom e Carlos… non hanno niente da perdere a questo Tour, per loro ogni giorno è un giorno di scuola e in questo senso per loro è sempre un passo avanti. Continuiamo a tenere aperta ogni possibilità. Teniamo i piedi per terra, sappiamo dove siamo, ma al Tour non puoi mai sapere”.

In fondo i due giovani talenti hanno già dato dimostrazioni importanti ad alto livello: Tom Pidcock vincendo la tappa dell’Alpe d’Huez lo scorso anno, Carlos Rodriguez chiudendo in settima posizione la Vuelta a España malgrado alcuni problemi fisici. Senza dimenticare altri possibili talenti come Thymen Arensman, Luke Plapp e Magnus Sheffield, ragazzi “che saranno presto al Tour e penso che potranno essere in posizione di fare qualcosa”.

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