Il Lombardia 2021, Nibali e Mollema pronti a dare il massimo in una corsa che amano: “Bisognerà vedere come il gruppo dei favoriti intende approcciare la corsa”
Vincenzo Nibali e Bauke Mollema sono pronti a giocarsi le loro carte domani a Il Lombardia 2021. Nonostante i due capitani della Trek – Segafredo non vengano indicati come i principali favoriti, sanno entrambi come si vince questa corsa: lo Squalo dello Stretto si è imposto nel 2015 e nel 2017, mentre l’olandese ha conquistato l’edizione 2019. Nonostante il percorso sia diverso da quello con arrivo a Como (quest’anno la corsa si concluderà a Bergamo) in cui si sono imposti, i due atleti pensano di sapere quali sono i segreti per vincere l’ultima classica monumento della stagione. Gli avversari dovranno stare, quindi, attenti a non sottovalutarli.
“Avere lucidità nel finale è essenziale – ha dichiarato il vincitore di una tappa all’ultimo Tour de France – così come la preparazione alla vigilia della corsa. […] Se attacchi da solo, devi sapere come gestire energie e tempo. Dopo c’è una sorta di climax dove devi dare tutto. Per me fu la salita di San Fermo della Battaglia, l’ultima della corsa. Ha raggiunto la cima da solo e questo era il mio obiettivo. dopo è stata una cronometro fino all’arrivo”.
Per l’italiano, invece, è fondamentale l’esperienza: “La mia tattica viene dall’esperienza. Anno dopo anno ho imparato a gestirmi. Fin da quando sono professionista il percorso è sempre stato molto simile e questo mi ha permesso di rifinire la mia conoscenza delle salite. Sicuramente domani sarà più incerto e imprevedibile, ma il mio approccio non cambia“.
Il recente vincitore del Giro di Sicilia 2021 ha poi aggiunto: “La distanza è una variabile importante per una corsa di fine stagione. Per le mie caratteristiche posso solo essere contento che sia così impegnativa. Non è una corsa che puoi improvvisare ed hai bisogno di una preparazione specifica. Chi è andato forte alla Vuelta, per esempio, potrebbero avere un vantaggio se sono stati in grado di tenere un buon livello di condizione. Le performance di Roglic in queste settimane ne sono un chiaro esempio”.
Sulla stessa linea di pensiero è anche il neerlandese: “Il Lombardia arriva alla fine della stagione e questo conta molto. Ci sono corridori che hanno la Vuelta nelle gambe e altri, come me, che si sono preparati con un programma meno intenso. Credo che entrambi gli approcci siano buoni. Per il resto è tutto nelle motivazioni“.
“Il finale a Bergamo è meno conosciuto – ha aggiunto – e questo può rendere la corsa più tattica. Gli ultimi 30 chilometri, dopo il Passo di Ganda, sono sostanzialmente pianeggianti e in discesa, ma prima la corsa è molto esigente. Bisognerà vedere come il gruppo dei favoriti e le loro squadre intendono approcciare la corsa“.
Anche il vincitore del Tour de France 2014 si è espresso sulle caratteristiche del percorso: “Abbiamo visto l’arrivo a Bergamo solo due volte negli ultimi dieci anni, nel 2014 e nel 2016, e sono tra le poche occasioni in cui io non ho corso il Lombardia. Questa volta, ho studiato sulla carta. Ci sono molte salite, più lunghe. Non dubito che sarà una giornata impegnativa, ma il finale dovrà essere decifrato“.
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