Il Lombardia 2020, Vincenzo Nibali: “Ultimi 50 km con i crampi, dobbiamo essere realisti ed accettare il risultato. Le performance però sono in crescendo”

Giornata in chiaroscuro per la Trek-Segafredo a Il Lombardia 2020. Se infatti la squadra statunitense è riuscita a giungere agli ultimi 30 chilometri di gara potendo vantare la superiorità numerica, nessuno dei tre corridori presenti nel gruppetto che si è giocato la vittoria è però riuscito a seguire gli avversari al momento dello scatto decisivo. Sia Bauke Mollema, quarto all’arrivo a Como, sia Giulio Ciccone, quinto, che Vincenzo Nibali, sesto, sono sembrati ancora un po’ poco brillanti rispetto ai corridori delle altre squadre che li hanno preceduti. Il grande caldo che ha tormentato il plotone per tutta la giornata, poi, ha reso ancor più complicate le cose, con lo Squalo dello Stretto che è stato colto dai crampi, come spiega lui stesso nell’intervista del dopo gara.

Gli ultimi 50 chilometri li ho fatti con i crampi – esordisce Nibali – Bauke e Giulio stavano meglio e mi sono messo a disposizione. È stato un finale complicato e condizionato, non riuscivo a spingere come volevo. Sulla salita del Civiglio ho cercato di mantenere un ritmo regolare, sia per me che per i miei compagni, quando poi è esplosa la gara è stato difficile fare di più e si è vista la differenza“.

Nonostante il risultato non sia stato quello sperato alla vigilia, il 35enne vede comunque il bicchiere mezzo pieno: “Il risultato lo giudico discreto, perché corriamo sempre per vincere, ma dobbiamo essere realisti e accettarlo. Dobbiamo constatare che ci sono corridori più brillanti in queste prime gare. Possiamo essere soddisfatti perché nel complesso le performance sono in crescendo, abbiamo dimostrato solidità, ma mancano giorni di corsa e corse a tappe che ti permettono un salto di qualità nel colpo di pedale”.

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