Groupama-FDJ, Thibaut Pinot: “La tragedia di Mäder mi ha sconvolto: il ciclismo è pericoloso, ma è frustrante vedere che facciano più notizia le cadute rispetto alle gare”

Thibaut Pinot è un corridore raramente banale, sia in sella che nel momento in cui rilascia dichiarazioni. Il francese, che sta trascorrendo l’ultima stagione da ciclista professionista, ha vissuto da lontano quel che è accaduto a Gino Mäder, il collega scomparso tragicamente durante la discesa dell’Albula Pass, nel corso del Giro di Svizzera 2023. Pinot, che ha compiuto da poco 33 anni, ha dato il suo punto di vista, prima ricordando lo svizzero e poi soffermandosi su alcune questioni che nel mondo del ciclismo sono aperte da anni e che sembrano rimanere tali quasi per natura.

“Dal giorno dell’incidente che è costato la vita a Mäder, penso a lui praticamente ogni volta che faccio una discesa – le parole di Pinot raccolte da L’Equipe – Quello che è successo mi ha sconvolto.  Io peraltro non ero lì e credo che per quelli che c’erano la cosa sia ancora più difficile da affrontare. Gino era un corridore come me, a cui piaceva stare in fondo al gruppo e spesso ci siamo trovati a scambiare qualche parola. Gli volevo bene”.

Il francese sottolinea: “Io sono un ciclista che si prende un po’ meno di rischi rispetto agli altri, forse perché sono più conscio del pericolo. Spesso si dice che devi staccare il cervello quando sei in bicicletta, ma io ho sempre fatto fatica con questa idea. Il fatto è che facciamo uno sport pericoloso. E mi dispiace vedere che nei notiziari in televisione almeno un terzo delle immagini sono quelle relative alle cadute. Per noi corridori è frustrante, penso che ci sia molto di più da mostrare del nostro sport“.

Pinot si esprime anche su eventuali misure di sicurezza da mettere in atto: “Si potrebbe mettere qualche rete di sicurezza in più lungo le discese, come fanno nello sci alpino – le parole dello scalatore che sarà al via del Tour de France 2023 –  Poi, mettere gli arrivi in fondo alle discese spesso causa problemi; lo abbiamo visto anche al Giro dei Paesi Baschi 2023. Bisogna pensare che i corridori non hanno nulla che possa proteggerli del tutto. Penso che questo sia un aspetto su cui si può lavorare”.

 

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