Groupama-FDJ, Marc Madiot attacca la centralità del Tour: “I corridori dovrebbero ribellarsi come feci io nel ’91”

Anche in Francia cominciano ad auspicare una rivoluzione del ciclismo. Se nelle scorse settimane la necessità di modificare un sistema totalmente incentrato sul Tour arrivava da altre nazioni, in un’intervista rilasciata oggi all’Equipe anche il team manager della Groupama, Marc Madiot, ha parlato dell’esigenza di rinnovare il modo in cui funziona il ciclismo oggi. Secondo l’ex corridore francese ad insorgere dovrebbero essere gli stessi ciclisti rifiutandosi di prendere il via del Tour, così che in futuro il ciclismo non debba più dipendere da una società privata, come Aso, ma possa essere gestito più agevolmente dalle federazioni.

“Se il Tour non facesse capo a una società privata, ma a una federazione, sarebbe tutto diverso – ha commentato – Se i grandi eventi fossero nelle mani delle federazioni potremmo regolarli e ci troveremmo in una situazione molto diversa. La federazione non sarebbe in difficoltà e la lega nazionale di ciclismo non dovrebbe accontentarsi della semplice sopravvivenza. Ci vorrebbe una rivoluzione. I corridori dovrebbero protestare, alla partenza del Tour dovrebbero dire che loro non partono. Io l’ho fatto una volta e ha funzionato”.

Il riferimento è a una battaglia del 1991 contro l’uso obbligatorio del casco: “Nel 1991 abbiamo protestato contro l’uso del casco. Ci siamo messi in protesta e abbiamo tolto i caschi. Non dico che fu una battaglia giusta, ma la vincemmo. I corridori potrebbero vincere anche oggi: senza di loro non ci sono corse”.

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