Glasgow 2018, Van Avermaet non si nasconde: “Posso vincere, ma sarà importante evitare la volata con Viviani”
Greg Van Avermaet fa rotta con grandi ambizioni su Glasgow 2018. Il campione olimpico in carica punta senza mezzi termini al titolo europeo che verrà assegnato domani, in Scozia, al culmine dei 230 chilometri di un tracciato di 14,4 da ripetere per 16 volte. Sebbene il disegno sembri particolarmente adatto ai velocisti, il portacolori della BMC Racing Team, maglia gialla nei primi dieci giorni del Tour de France 2018, è convinto di poter dire la sua e di poter succedere nell’albo d’oro della rassegna ad Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), che si è imposto un anno fa ad Herning. Anche per questo ha insistito col team di appartenenza per potersi schierare al via, nonostante non più tardi di 24 ore dopo sarà lui a guidare la pattuglia statunitense sulle strade del BinckBank Tour 2018.
“Sono uscito bene dalla Grande Boucle e ho digerito anche la Classica di San Sebastian – ha spiegato all’Het Nieuwsblad – che è stata corsa appena una settimana fa. Quella forma non può essere sparita e sono motivato a sfruttarla al meglio domani. Al Tour si va sempre più in profondità di quanto si riuscirebbe a fare allenandosi da soli e questo garantisce qualcosa in più due settimane dopo. Per me potrebbe ripetersi lo stesso scenario di Rio de Janeiro (dove si laureò campione olimpico proprio a due settimane dall’epilogo di Parigi) e questa maglia è l’obiettivo principale della stagione”.
Il vincitore della Parigi-Roubaix 2017 non ha infatti dubbi: “Questa gara non è ancora troppo apprezzata e l’anno scorso non ho preso il via perché non era adatta alle mie caratteristiche. Quest’anno, però, rappresenta un grande obiettivo perché non posso pensare di partire tra i favoriti al Mondiale, su un percorso duro come quello di Innsbruck che si adatta meglio agli scalatori”.
Non mancheranno però gli avversari: “Ci sono tante buone squadre. La Germania con John Degenkolb (che lo ha recentemente battuto al Tour de France sul traguardo di Roubaix, ndr), l’Italia con Sonny Colbrelli ed Elia Viviani. Inoltre c’è Peter Sagan. Se devo correre uno contro uno con lui, non ho paura, ma di certo vorrei evitare uno sprint di gruppo con gente come Kristoff e Viviani. Per noi l’ideale è che arrivi un plotoncino ristretto. Se sarò il capitano unico del Belgio? Credo di aver dimostrato di poterlo essere, ma anche Jasper Stuyven è uscito molto bene dal Tour de France e Wout Van Aert ha vinto una corsa appena una settiman fa. Di sicuro loro due potranno starmi accanto”.
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