Giro d’Italia 2020, Remco Evenepoel: “Lo vincerò? Spero di rispondere sì il 25 ottobre. La gestione della pressione mio punto di forza”

Remco Evenepoel si conferma ambizioso e senza timori reverenziali. Dopo un 2019 in cui ha sorpreso per la sua precocità, il giovane portento della Deceuninck – QuickStep sarà quest’anno al via del suo primo GT schierandosi Giro d’Italia 2020 e tutti si aspettano moltissimo da lui. Pubblico, media e rivali hanno imparato a conoscerlo la scorsa stagione come un corridore completo, capace di sorprendere per la sua precocità, tanto da essere considerato tra i possibili vincitori della Corsa Rosa. Se mai dovesse riuscirci sfiorerebbe per qualche giorno il record di Fausto Coppi (vincitore nel 1940 a 20 anni e 268 giorni). Tanta dunque la pressione che il ragazzo deve saper reggere, ma non sembra spaventato. Anzi, il baby fenomeno ritiene che sia proprio questo uno dei suoi grandi punti di forza, come spiega intervenuto in una instagram live con la cantante ed attrice belga (di padre italiano) Laura Tesoro.

Ospite di questo evento organizzato per il Red Noses Day (Giorno dei Nasi Rossi), giornata dedicata al sostegno della salute fisica, mentale e sociale dei giovani, il giovanissimo ciclista ha dunque risposto ad alcune domande riguardo la pressione e la Corsa Rosa, mostrando chiaramente le sue alte ambizioni. “Se vincerò il Giro d’Italia? – ha risposto ripetendo la domanda della sua intervistatrice – Sto lavorando per questo. La mia preparazione è interamente in funzione del Giro. Spero di poter rispondere di sì alla tua domanda il 25 ottobre (giorno della conclusione della Corsa Rosa, ndr)”. Una risposta onesta, forte anche dell’incoscienza dei vent’anni forse, ma che conferma pienamente la grande convinzione dei propri mezzi che il giovane Remco Evenepoel ha imparato ad avere.

Risultato anche della sua gestione dello stress e della pressione a cui è sottoposto. “Mi capita spesso di avere stress positivo – ammette il fiammingo – Lo stress mi dà motivazione e adrenalina. E questo mi fa andare più veloce in bici. Lo stress negativo non mi ha mai colpito. Neanche durante i grandi eventi, come è emerso lo scorso anno. Ad esempio, in una cronometro (al momento la specialità in cui ha maggiormente brillato, ndr) devi aspettare tutto il giorno per pedalare magari anche solo mezzora. Tutto il giorno ruota intorno a quei trenta minuti. Quindi devi essere in grado di reggere alla pressione. E questo è uno dei miei punti di forza”.

Musica e la consapevolezza di essersi ben preparato sono per lui gli strumenti per allentare e sopportare la pressione nei momenti decisivi. Ammette comunque di aver anche avuto il supporto di un psicologo dello sport qualche volta, ricevendo benefici. “C’è una figura di questo tipo in squadra – spiega – Ogni tanto parliamo con lui e quando cominci a parlare risolvi delle cose a cui non avevi pensato prima. Questo aiuta molto. Indubbiamente ne ho tratto benefici in passato”.

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