Quinn Simmons incredulo per il successo nella terza tappa del Giro di Svizzera 2025. Andato in fuga da lontano assieme ad altri cinque corridori, lo statunitense della Lidl-Trek si è poi liberato della compagnia degli altri fuggitivi quando mancavano una ventina di chilometri alla conclusione e il gruppo sembrava ormai vicino a riassorbire tutti quanti. Il 24enne è invece riuscito a rilanciare l’azione e a resistere in solitaria fino al traguardo di Heiden, andando così a conquistare una splendida e importante vittoria sia perché è la prima ottenuta vestendo la maglia di campione nazionale, sia in chiave convocazioni per il prossimo Tour de France.
Hai già vinto nel WorldTour, ma questa vittoria con la maglia di campione nazionale è qualcosa di ancora più speciale, immagino.
Sì, il mio sogno era quello di vincere almeno una gara con questa maglia quest’anno, e riuscirci alla mia terza gara è davvero bello. Ho avuto una stagione davvero brutta con questa maglia l’altra volta, non so nemmeno se si possa chiamare stagione, perché ho corso solo una quindicina di volte e poi sono stato fuori per infortunio… Ma sì, farlo qui e conquistare la mia seconda vittoria del WorldTour della stagione… Penso che sto iniziando a raggiungere il livello che la gente si aspettava da me e che mi è mancato per due anni, quindi è davvero bello essere qui.
Ieri avevi già dimostrato di essere uno dei corridori più forti qui, ma quando ti abbiamo visto andare in fuga, e questa fuga guadagnare non più di 2 minuti e 30, penso che ci siamo chiesti un po’ tutti se non stessi sprecando le tue energie lì. Sapevi che poteva funzionare?
No, ad essere sincero, no. Penso che forse questo dimostri una certa crescita mentale da parte mia, perché ero così demoralizzato e a un certo punto stavo quasi per chiedere se potevo rientrare in gruppo, perché pensavo che avevamo solo 1’20” ed era uno spreco. Ma sono rimasto davanti, avevo tutta la motivazione dall’ammiraglia dietro, e quando puoi andare via in questo modo e sai di avere buone gambe e un’opportunità, non capita spesso per noi… Vincere una gara ciclistica è così difficile che non puoi lasciarti sfuggire un’opportunità.
Negli ultimi chilometri hai fatto la tua mossa, eri da solo, com’era l’umore in quel momento?
Ad essere sincero, non ci credevo fino agli ultimi due o tre chilometri. Sì, certo, avrei dato tutto fino in fondo e volevo vedere fino a dove potevo arrivare, ma non pensavo davvero di poter arrivare al traguardo. Almeno fino a 3 km dalla fine. A quel punto sentivo anche dalla radio e dai corridori dietro che mi incitavano. C’è un momento in cui cambia tutto e senti che l’ammiraglia comincia a crederci e allora cominci a crederci anche tu e all’improvviso sei a 40 secondi con 2 km da percorrere e pensi: ‘Ce l’ho fatta’.
Il tuo prossimo sogno è portare quella maglia al prossimo Tour de France?
Sai già la risposta, vero?
E pensi con questa vittoria di essere a buon punto, o pensi serva fare altro per ottenere la convocazione?
Il mio piano era di arrivare in Svizzera con un livello così alto che non potessero lasciarmi a casa, e se mi lasciano a casa ora dipende dalla squadra. Io ho fatto la mia parte.