Giro delle Fiandre 2020, i dubbi del governo belga: “Impensabili eventi di massa con il pubblico, con una seconda ondata dovremmo rivedere tutto”
Il Giro delle Fiandre 2020 si prepara a un’edizione del tutto particolare. L’organizzazione della corsa dovrà riuscire a preparare l’evento per il 18 ottobre, nuova data prevista dal calendario appena studiato dall’UCI. Una grossa novità rispetto alle precedenti annate, anche per la contemporaneità con il Giro d’Italia 2020. Se naturalmente tutti gli appassionati si augurano il regolare svolgimento della classica monumento, il timore è che una nuova ondata di diffusione del virus possa creare ulteriori problemi organizzativi e rimandare all’anno prossimo l’evento. Il Belgio è infatti una delle nazioni con il tasso di mortalità più alto nei decessi dovuti al coronavirus. Per il momento, il governo locale ha sospeso gli eventi sportivi di massa fino al primo settembre e le competizioni sportive con un massimo di 2.000 spettatori dal 31 luglio.
Naturalmente la situazione della monumento fiamminga è stata discussa dal parlamento belga, che ha intenzione di prendere tutte le precauzioni del caso per evitare di vedere la corsa come strumento di ulteriore contagio. Il vice primo ministro del Consiglio di sicurezza Alexander De Croo ha spiegato: “Gli eventi di massa con il pubblico sembrano impensabili quest’anno se non ci sarà un vaccino. Oppure la trasmissibilità del virus dovrebbe essere a livello zero. Dovremmo adottare un modello come quello dei Paesi Bassi”. Il governo neerlandese ha infatti stabilito che non saranno organizzate manifestazioni sportive all’aperto fino a quando non sarà disponibile un vaccino contro il coronavirus, rinunciando anche ai campionati nazionali di ciclismo.
Il virologo Marc Van Ranst ha invece specificato a Nieuwsblad che se l’ondata di contagi dovesse tornare a salire, bisognerebbe studiare nuovi provvedimenti: “Non è impossibile che si corra il 18 ottobre, ma non sarà un Giro delle Fiandre con tende vip complete e una folla alla partenza e all’arrivo. Se ci sarà una seconda ondata di virus, bisognerà rivedere tutto“. Il rischio di mancato svolgimento della corsa, dunque, non è ancora del tutto scongiurato.
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