EF Education-Nippo, Mitchell Docker: “Non mi piace quello che il ciclismo moderno fa ai corridori più giovani”
Mitchell Docker lascia un ciclismo che gli piace meno di quando ha iniziato. Il corridore della EF Education-Nippo ha deciso di appendere la bici al chiodo per passare più tempo con la famiglia ora che è in attesa del terzo figlio, ma anche perché non gli piace più il modo in cui si vive il ciclismo oggi. Il classe ’86 ha spiegato che il ciclismo più “scientifico” di oggi non è un bene neanche per i giovani, che si trovano addosso molta più pressione rispetto a una volta e che spesso mancano dell’esperienza necessaria.
“Non mi piace quello che sta accadendo oggi ai giovani corridori – ha dichiarato – La pressione su questi ragazzi, che venga dall’esterno o che sia quella che si mettono loro stessi, è tantissima. Ne parlavo con Tom Scully e mi diceva che ora gli juniores ne sanno molto di più di quanto ne sapesse lui alla loro età. Hanno molte più conoscenze a disposizione, ma questo può andare anche contro di loro. Probabilmente questi giovani sono dei coach migliori di me, ma non hanno esperienza. Non dico che l’esperienza sia tutto, ma nemmeno le conoscenze e la scienza sono tutto. Ho la sensazione che oggi ci si una inclinazione più verso i dati, la scienza e tutto quest’aspetto. Anni fa contava molto di più l’esperienza. I corridori più esperti riuscivano ad andare via al gruppo perché erano lì da sempre e sapevano ‘sentire’ le cose. Questa era la tendenza quando sono entrato nel ciclismo e ora ho la sensazione che si sia ribaltata la situazione”.
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