EF Education-EasyPost, Neilson Powless punta forte su Monumento e Olimpiadi. “Vincere una Monumento è il più grande obiettivo che ho”

Obiettivi ambiziosi per Neilson Powless in vista della nuova stagione. Dopo un anno con diversi acuti ed ottimi piazzamenti in gare di rilievo, confermando una crescita regolare e ad ampio raggio, il corridore della EF Education – EasyPost si appresta a vivere un 2024 durante il quale cercherà di effettuare il definitivo salto di qualità per provare a conquistare una vittoria di prestigio. Quest’anno l’americano dovrebbe infatti esordire alla Milano-Sanremo, poi affronterà le classiche del Nord nelle quali provare ad implementare i risultati del 2023, quando è riuscito ad ottenere il 3° posto alla Dwars Door Vlaanderen e il 5° al Giro delle Fiandre, e infine disputerà prima il Tour de France, di cui l’anno scorso ha indossato per tredici giorni la maglia a pois, e poi i Giochi Olimpici di Parigi che potrebbero addirsi alle sue caratteristiche. 

“Vincere una Classica Monumento sarebbe probabilmente l’obiettivo più grande che ho in questo momento – le parole del classe ‘96 a Cyclingnews – Sento che è raggiungibile, un obiettivo realistico che ho per me stesso. Non è affatto facile, è molto, molto, molto difficile vincerne una. Sono circa due anni che sono in testa alle grandi gare di un giorno, partendo  dalla vittoria a San Sebastián. Questo è ciò che mi ha dato la fiducia necessaria per inseguire quei risultati un po’ di più. Da allora non sono riuscito a correre con i migliori a tutte le gare di un giorno che ho fatto, ma direi che nella maggior parte delle grandi gare a cui ho preso parte, sono stato in grado di essere nel vivo dell’azione nei finali. Quindi è stato un obiettivo divertente da perseguire e sarà sicuramente il mio obiettivo nei prossimi anni”.

Soffermandosi sulla sua squadra, con la quale ha rinnovato fino al 2027, sottolinea il senso di appartenenza che ha per lui: “Essere un americano in una squadra americana mi dà semplicemente un po’ più la sensazione di casa rispetto a quello che proverei in qualsiasi altra squadra. Tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda. Sono davvero felice qui”. 

In vista di un 2024 dunque dalle alte aspettative ritiene che “il primo picco dell’anno sarà ad un certo punto in primavera, in una classica del pavé”, con la speranza di poter riuscire a “vincere una”. Successivamente si concentrerà  sul Tour de France ma non “per la classifica generale”, che “non è un obiettivo”, cosa che invece è per il capitano unico Richard Carapaz, piuttosto per avere un buon picco di forma per poi mantenerlo anche per le Olimpiadi perché “essendo così ravvicinate la speranza è mantenere la stessa condizione”. 

I Giochi di Parigi potrebbero essere più adatti a lui rispetto ai Mondiali di Zurigo perché per la prova iridata si aspetta “15 minuti di sforzo intenso che potrebbero essere difficili da mantenere”. Al contrario, “alle Olimpiadi ho davvero trovato qualcosa di più adatto a me, con esclusivamente salite davvero brevi ed esplosive della durata di due, tre, quattro minuti”, uno sforzo che sente essere in grado di ripetere giro dopo giro, “per tutte e sette le ore di gara” previste dalla rassegna a cinque cerchi. “La mia potenza non tende a diminuire per quella durata – prosegue – Quindi penserei alle Olimpiadi, considerando che non ci sono grandi montagne a Parigi, ma una breve scalata per 20 volte, che mi potrebbe andare bene”.

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