Negli USA stanno effettuando dei controlli antidoping a distanza. L’esperimento vede 15 atleti volontari ricevere un kit per effettuare sia test delle urine che ematico a distanza, restando in contatto tramite teleconferenza con un controllore qualificato durante tutta la durata dei prelievi (ad eccezione chiaramente del momento in cui viene effettivamente prodotto il campione di urina). Si tratta di una iniziativa che va oltre il ciclismo, con la USADA che ha attualmente coinvolto la campionessa olimpica di nuoto Katie Ledecky e lo sprinter iridato Noah Lyles, il cui obiettivo è cercare di ovviare al meglio alla situazione attuale in cui nella maggior parte del mondo i controlli sono fermi per varie ragioni, tutte chiaramente riconducibili al coronavirus.
“Tutto va molto bene ed è il momento ideale per testare questo tipo di soluzione – commenta la nuotatrice, rivale della nostra Federica Pellegrini – È una ottima alternativa viste le circostanze”. Sottolineando l’importanza degli atleti puliti come modelli, il presidente dell’agenzia antidoping statunitense Travis Tygart rimarca la necessità “di reinventarsi per restare attuali” nella lotta al doping visto che “ci sono sicuramente degli imbroglioni che vorranno provare a sfruttare questa situazione”.
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