Bora-hansgrohe, i piani per i capitani tra Classiche, Giro, Tour e Vuelta
Due grandi obiettivi primari per la Bora – hansgrohe in questo 2021: vincere una Monumento e salire sul podio di un Grande Giro. Sono queste le grandi direttive del team manager Ralph Denk per i suoi ragazzi, una variegata rosa di 29 corridori che può dire la sua dalle volate alle montagne, passando per il pavé e le Ardenne. Un team completo, con molti uomini di spessore che bisogna saper cercare di far convivere nelle molte anime e intenzioni di una squadra che continua a crescere, stagione dopo stagione. Come dimostrato nel 2020 appena concluso, il team non è più solo costruito attorno a Peter Sagan, ma può avere anche altre facce, in alcuni casi ormai che possono anche ad arrivare ad occultare l’uomo faro della squadra tedesca.
Il nodo più difficile da sciogliere è dunque proprio quello della convivenza fra lo slovacco e Pascal Ackermann, con lo sprinter tedesco in forte ascesa nelle gerarchie mondiali della specialità. Dopo alcuni anni di gavetta in cui ha regolarmente risposto presente, per lui è l’ora dei grandi appuntamenti, ma la presenza in squadra di un corridore completo e dalle grandi ambizioni come lo slovacco non rende il compito facile. Se nelle classiche non ci sono dubbi e il team sarà sostanzialmente interamente per il classe 1990, negli sprint la situazione può cambiare e il Tour de France diventa un piccolo elemento di contesa. Entrambi vogliono esserci e probabilmente ci saranno, a meno di grandi problemi fisici che impediscano di essere nella forma giusta. Il ruolo sarà tuttavia tutto da decidere ed entrambi, per ora, hanno glissato nella conferenza stampa virtuale. Favoriti anche dalle incertezze che la pandemia ancora porta con sé, hanno potuto lasciarsi andare ad un “vedremo” quasi corale, corredato da un “non bisogna essere al via tanto per esserci” al quale si aggiunge una consueta considerazione sulle gerarchie che arrivano dalla strada.
Con Sagan che si prenderà “tutte le grandi classiche”, Ackermann ammette che sarà al via “delle altre”, con l’obiettivo comunque di brillare anche in corse in cui non mancherà la concorrenza importante come UAE Tour e Parigi – Nizza. Unica altra eccezione sarà la Milano – Sanremo, in cui entrambi saranno al via, eventualmente per giocarsi le carte in base a scenari diversi, ma con lo slovacco chiaramente capitano vista l’esperienza accumulata in questi anni al contrario del tedesco, per il quale sarà l’esordio. A cercare di trovare qualche spazio, sfruttando le occasioni che potranno avere, nel contesto classiche pianeggianti e uomini veloci si inseriscono anche il giovane Jordi Meeus e l’emergente Nils Politt, reduce da un 2020 difficile, ma già capace di splendere sul pavé.
Apparentemente più semplice invece la divisione per quanto riguarda le salite e i grandi giri. Con Emanuel Buchmann che rapidamente si è diretto verso il Giro d’Italia, per Wilco Kelderman si è aperta facilmente la possibilità di essere investito dei gradi di capitano in un Tour de France dal percorso ben più adatto alle sue caratteristiche. Dopo essere salito sul podio della Corsa Rosa quest’anno, proverà a ripetersi anche alla Grande Boucle, nella quale avrà un corridore solido come Patrick Konrad e l’emergente Lennard Kämna quali valide spalle quando la strada sale, con l’austriaco seconda punta anche in ottica classifica. Nella cosiddetta longlist, in cui necessariamente ci dovranno anche essere alcuni elementi per aiutare i già numerosi capitani in pianura, c’è anche Maximilian Schachmann, il cui obiettivo principale saranno tuttavia le Ardenne.
Inizialmente anche accostato al Giro d’Italia, il tedesco punterà invece soprattutto alle classiche vallonate in una primavera in cui avrà anche la possibilità di partire con il dorsale numero uno alla Parigi – Nizza, non senza scartare la possibilità di cercare di difendere il titolo. Se l’ex campione nazionale non sarà alla Corsa Rosa, il suo connazionale potrà comunque contare su una buona scorta in salita grazie alle presenze di Matteo Fabbro e Felix Grossschartner. Per quest’ultimo un ruolo da gregario dunque al Giro, ma la possibilità di affrontare nuovamente la Vuelta a España, conclusa appena due mesi fa in nona posizione, da capitano. Tra Giro e Vuelta, probabile anche la presenza di alcuni dei neoprofessionisti più interessanti del team come il nostro Giovanni Aleotti e il biker Ben Zwiehoff, che potrà cercare di mettersi alla prova e dimostrare di poter fare carriera anche su strada.
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