Remco Evenepoel: “Non potersi allenare in esterno una delle regole più stupide. Se non potessi darei di matto”

Remco Evenepoel interviene sull’ipotesi che anche in Belgio ci possano essere restrizioni sugli allenamenti all’esterno. Come nel nostro paese e in molti altri, le norme decise dal governo hanno portato a problemi di interpretazione così il Ministro dell’Interno Pieter De Crem sta valutando la possibilità di inserire una limitazione di distanza (si pensa a qualcosa intorno ai 50 chilometri) valida per tutta la popolazione. Una proposta che chiaramente bloccherebbe molte delle uscite che in questo periodo in Belgio stanno continuando a fare anche molti professionisti, come dimostra Oliver Naesen con i suoi 365 chilometri e molti altri corridori. Secondo il talentino della Deceuninck – QuickStep servirebbe una eccezione per i professionisti, una deroga che anche in altri paesi è attualmente in vigore (contrariamente a quanto succede in Francia, Italia e Spagna, ad esempio).

“Comprendo che possano avere difficoltà con questo punto, ma siamo degli atleti professionisti, dobbiamo poterci allenare – ha commentato a RTBF – Potrebbero fare delle regole diverse in modo che possiamo fare i nostri allenamenti in maniera regolare […] Probabilmente è giusto chiarire la norma, ma spero in una eccezione per i corridori professionisti“. Il ventenne belga comprende dunque le motivazioni che portano alla scelta, consapevole che sono in molti attualmente a non rispettare le regole comuni di distanziamento sociale: “Capisco e ci ho pensato, vedo quel che succede. Si vedono sempre più persone passeggiare, a volte anche dei grandi gruppi di persone. Così le misure prese per evitare assembramenti non servono a niente…”

Se le misure dovessero essere prese, commenta con sarcasmo sulla possibilità a quel punto di fare “due uscite da 50 chilometri”. Nel complesso comunque la sua posizione al riguardo è abbastanza chiara, ritenendo che le suggestioni che arrivano da Gran Bretagna e Germania sull’andare in bicicletta possano essere valide per combattere la situazione. “Personalmente, sono felice di potermi allenare in strada – aggiunge – Molti miei compagni non possono farlo all’estero, ma penso che questa sia una delle regole più stupide che abbiano stabilito, ovvero non far uscire le persone per una passeggiata a piedi o in bici. Quando vedi alcuni studi, uscire non è un problema e non ci sono rischi di prendere il virus se rispetti le distanze”.

Dal canto suo dunque ancora la possibilità di farlo e spera di poterne approfittare il più possibile. “So di essere fortunato a potermi allenare in esterno – prosegue – Se dovesse essere come in Francia o in Italia penso che darei di matto, la vita diventerebbe molto dura. Possiamo parlare di fortuna qui in Belgio”. Classe 2000, Evenepoel riflette indubbiamente le difficoltà dei più giovani, per i quali questo periodo di isolamento sociale è più difficile da vivere e accettare pienamente. Nel suo quotidiano rispetta comunque le norme (e ogni sua considerazione fatta è sempre nel rispetto di quelle del suo paese): “Faccio del mio meglio e cerco di non ammalarmi. La mattina mi alleno, poi, per il resto, come tutti, cerco sempre di restare il più possibile a casa, dove cerco di dare una mano di più. Sostanzialmente è un modo per avere qualcosa da fare quando sono all’interno delle mura di casa”.

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