Astana Qazaqstan, Davide Martinelli annuncia il ritiro: “Ho raggiunto tutto quello che volevo, dando sempre il massimo. Ho detto stop perché mi sentivo pronto a farlo”
Davide Martinelli appende la bici al chiodo. Il bresciano dell’Astana Qazaqstan, figlio dell’ex corridore e attuale direttore sportivo alla formazione kazaka Giuseppe Martinelli, ha annunciato con un post sui propri profili social il ritiro dal ciclismo pedalato dopo una carriera durata otto anni. Passato professionista a inizio 2016 con la QuickStep dopo un periodo tra gli Under-23 che l’ha visto conquistare tre titoli nazionali a cronometro, un argento e un bronzo europei, il classe 1993 ha colto proprio in quella stagione le sue uniche due vittorie tra i pro’, una tappa al Tour de la Provence e una al Giro di Polonia.
Rimasto alla corte di Patrick Lefevere fino a fine 2019 facendosi apprezzare per le sue doti da gregario, soprattutto nelle corse di un giorno, Martinelli si è poi trasferito all’Astana a inizio 2020, squadra con la quale ha partecipato a tutte e cinque le Classiche Monumento e ha corso la sua ultima gara, la Coppa Bernocchi, lo scorso 2 ottobre.
“Nella vita tutto ha un inizio e tutto una fine – ha scritto il 30enne sui social – A 6 anni ho cominciato a correre sognando un giorno di poter passare professionista, ho lottato ogni giorno che agganciavo il pedale per riuscirci, ci sono riuscito e devo tutto alla bici. Ho percorso mezzo milione di km in sella e corso più di 1000 gare. Ho raggiunto tutto quello che volevo, dando sempre il massimo. Mi hanno sempre detto ‘corri in modo che quando deciderai di smettere potrai farlo in serenità e senza rimpianti’ e così ho fatto. Ogni giorno mi sono svegliato e ho dato il massimo per la maglia che indossavo. Chi mi conosce sa quello di cui mi sono privato per ogni singolo marginal gain che era possibile cogliere”.
“Oggi smetto con tante soddisfazioni, qualche vittoria e tanta passione per il ciclismo ancora in corpo, conscio di aver dato tutto quello che avevo per il ciclismo – prosegue il messaggio – Ho avuto la fortuna di stare al fianco di grandissimi Campioni, di correre e concludere il Giro d’Italia, il sogno di tutti i bambini italiani che iniziano a correre, e di partecipare a tutte e 5 le classiche monumento! Girare 5 continenti e alzare le braccia al cielo da professionista, anche in una corsa World Tour. Ho avuto anche la fortuna di poter dire stop perché mi sentivo pronto a farlo. So che per qualcuno sarà una notizia inaspettata, ma non è stata una scelta d’impeto e nemmeno d’istinto. Se sapeste le notti in bianco che ho passato, ho pensato e ripensato per arrivare alla conclusione che smettere di gareggiare è la scelta migliore. Nessuno me l’ha imposto, e in cuor mio so anche che è un gesto di coraggio“.
“Ora si chiude un capitolo, ma la vita è un libro e le gare ciclistiche, anche se fino ad ora sono state il mio tutto, non sono l’unica cosa che esiste. Voglio ringraziare la mia famiglia, la mia fidanzata, i compagni di squadra, i ds, massaggiatori, meccanici, collaboratori vari e i miei manager. Insomma ogni singola persona che almeno una volta ha saputo avere una parola di sostegno o di conforto nei miei confronti”, conclude Martinelli.
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