Allenamenti, Giuseppe Conte dichiara “illegittime” le aperture anticipate delle Regioni: “Spostamenti in regione per lavoro, salute, necessità e visita ai propri cari”

Nuovi interrogativi riguardo gli allenamenti. In attesa che lunedì 4 maggio entri in vigore il DPCM del 26 aprile, sembrava possibile allenarsi nelle regioni e province le cui istituzioni avevano emesso delle specifiche ordinanze (come Liguria, Veneto e Friuli Venezia Giulia, fra gli altri) ma il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribadito oggi alla Camera dei Deputati che non è possibile creare misure meno restrittive rispetto a quelle emanate dal Governo. Se il premier non si riferiva specificatamente a quelle che riguardavano gli allenamenti, attività sportiva o motoria, quanto piuttosto ad alcune regioni che hanno preso “iniziative improvvide” riguardo alcune riaperture non contemplate da Palazzo Chigi, ovviamente il discorso è generale e include ogni ordinanza.

Pertanto, qualsiasi misura di questo tipo rientra nel suo discorso, per cui anche allenarsi prima del 4 maggio torna ad essere concretamente vietato. “Le iniziative di enti locali che comportino introduzione di misure meno restrittive di quelle disposte su base nazionale non sono possibili perché in contrasto con il DPCM 19 del 2020 – ha chiaramente precisato il premier – Quindi, sono da considerarsi a tutti gli effetti di legge illegittime“.

Nel suo lungo intervento alla Camera, durato circa un’ora, nel quale ha ricordato che l’obiettivo delle nuove misure è ravvivare “il nostro sistema produttivo ed economico”, Conte ha ricordato la “prudenza sulle relazioni di comunità” e sulla necessità di adoperare una ripresa graduale, con “riaperture inevitabilmente più contenute, seppur non trascurabili, comunque limitate alle prossime due settimane, al termine delle quali avremo più chiaro il quadro sanitario conseguente alla riapertura delle filiere produttive e potremo, senza azzardi, in piena consapevolezza, procedere al pieno allentamento delle misure contenitive”.

Tra queste misure ci sono ovviamente anche le regole di distanziamento sociale e le limitazioni negli spostamenti, sulle quali è intervenuto nuovamente, precisando le regole che entreranno in vigore anche riguardo le attività motoria e sportiva. Precisazioni che continuano intanto a lasciare interrogativi riguardo la portata possibile degli allenamenti a partire da lunedì 4 maggio (mentre prima ormai non è più consentito). “Per quanto riguarda la mobilità delle persone, dal 4 maggio ci si potrà muovere all’interno della propria regione, oltre che per motivi di lavoro, salute e necessità, anche per andare a trovare i propri cari”.

In questo breve elenco di concessioni, non compare dunque la possibilità di allenarsi, per la quale il premier invece precisa: “Si potrà fare attività sportiva e attività motoria, non solo più nei pressi della propria abitazione, purché evitando assembramenti e mantenendo la distanza di sicurezza”. Una distinzione che non si può ritenere decisiva né ancora perfettamente chiara, alimentando tuttavia i dubbi al riguardo già emersi nei giorni scorsi, che si spera potranno essere sciolti e chiariti prima di lunedì prossimo, in modo che tutti coloro che vorranno spostarsi in bici  (tesserati e non, professionisti e amatori, il decreto legge lo consente a tutti noi) potranno farlo sapendo con certezza entro quali limiti è consentito.

Gli allenamenti a porte chiuse (palestre, piscine, velodromi, ecc) sono invece riservati agli “atleti di sport individuali di interesse nazionale”, che potranno dunque “tornare ad allenarsi”, contrariamente agli sport di squadra, che dovranno invece attendere quantomeno sino al 18 maggio.

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