Vuelta a España 2025, riunione fra corridori prima del via della tappa di Bilbao: qualcuno avrebbe espresso perplessità sulla presenza in gara della Israel-Premier Tech

La tappa numero 11 della Vuelta a España 2025 è iniziata con qualche minuto di ritardo. Le immagini televisive hanno mostrato una riunione in corso, proprio in zona partenza, fra corridori. Nel capannello c’era un rappresentante per squadra. Non ci sono informazioni ufficiali, ma a quanto rimbalza dalla corsa il tema della riunione sarebbe stata la presenza della Israel-Premier Tech in corsa, soprattutto dopo quanto avvenuto durante la frazione precedente, quando una dimostrazione di protesta ha causato la caduta di Simone Petilli. In precedenza, ci sarebbe stato, secondo quanto riporta il giornalista Daniel Friebe, un incontro fra i rappresentanti dei corridori e l’organizzazione.

Sempre secondo le voci che filtrano dalla corsa, alcuni corridori avrebbero espresso perplessità sul fatto che la Israel-Premier Tech rimanga in corsa, per motivi di sicurezza. La tappa ha preso il via con qualche minuto di ritardo rispetto al programma originario, ma dopo qualche centinaio di metri è già stata interrotta per via della presenza di alcuni dimostranti in strada. Dopo qualche minuto, la gara è ripartita, superando poi il km zero è diventando quindi effettiva.

Prima del via della tappa era intervenuta sulla questione, con un comunicato, l’Associazione Corridori Professionisti (CPA), presieduta da Adam Hansen. “Il ciclismo è uno sport molto esigente, che richiede sforzi sovrumani dagli atleti, che già devono affrontare sfide fisiche ogni giorno. È inaccettabile che si aggiungano anche pericoli esterni a queste difficoltà. Non tollereremo azioni pericolose e irresponsabili da parte di una minoranza che mette a rischio le vite dei nostri membri”.

La nota prosegue: “Chiediamo alle autorità spagnole di fare tutto quello che possono per assicurare un sicuro svolgimento della gara e di proteggere i corridori – il testo del comunicato – La loro professionalità e la loro prontezza sono essenziali per garantire che la Vuelta rimanga una competizione sportiva e non un luogo in cui ci siano rischi non necessari. Tutti hanno il diritto di manifestare le proprie idee, ma questo non puàò avvenire a spese di atleti che stanno solo facendo il loro lavoro”.

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