Trek-Segafredo, Vincenzo Nibali: “Pensiero per il Giro più forte di ogni cosa. Saranno i medici a decidere”

Vincenzo Nibali conferma che farà l’impossibile per partecipare al Giro d’Italia 2021. Intervistato da Stefano Rizzato della Rai per la trasmissione Radio Corsa, il corridore della Trek-Segafredo è tornato sulla caduta che ha messo (e mette ancora) a rischio la sua partecipazione alla corsa rosa, confermando che la sua volontà è quella di essere al via della manifestazione. Durante la trasmissione il giornalista Beppe Conti ha parlato del 99,9% di possibilità di vedere al via il due volte vincitore della corsa, ma nell’intervista il corridore italiano è più cauto con le previsioni, pur lasciando trapelare la grande voglia di esserci, anche per non sprecare il lavoro fatto.

“Facciamo un passo indietro – ha infatti esordito – Al ritiro del Teide abbiamo lavorato davvero bene. 15 giorni, è stato uno dei ritiri più belli ,ma anche dei più difficili, perché con il covid siamo rimasti chiusi e siamo stati poco a contatto con altre persone. Avevo un buon feeling, ma purtroppo causa infortunio non sono potuto andare al Tour of the Alps per vedere come andava”.

Il siciliano ha poi raccontato la caduta: “Una caduta banale e stupida per colpa di un avvallamento che non ho visto, ero molto leggero con le mani sul manubrio e la caduta mi ha causato questo problema al radio. La prima reazione è stata quella di non voler buttare via tutto il lavoro fatto, sono momenti in cui ti si gela un po’ sangue, in clinica è arrivata subito la batosta (con la notizia della frattura – ndr). Non mi sento in credito con fortuna o sfortuna, sono condizioni del caso, a volte ci sono giornate strane in cui può accadere qualcosa di non piacevole  e a volte può accadere qualcosa di piacevole. Bisogna accettare e andare avanti e, soprattutto,  con grande determinazione e rialzarsi subito dopo ogni caduta, vale sia per la bici che nella vita”.

Lo Squalo ha poi raccontato il modo in cui ha deciso di affrontare il processo di recupero, tralasciando inizialmente la bici, ripresa solo da qualche giorno: “La prima fase di riabilitazione non è stata veramente semplice. Ho tralasciato la parte della bici da quasi subito e ho pensato a muovere subito la mano, quindi a far ripartire i movimenti del braccio e a cercare di far passare anche l’ematoma che si era accumulato, quella è stata la parte più importante. Prima si liberano i muscoli e tutte la articolazioni, prima riesci a ripartire. Chiaro che la frattura c’è, è stata fissata con una placca e con undici viti, diciamo che non si muove, però il dolore un po’ c’è”

Il classe ’84 non ha voluto poi sciogliere le riserve sulla partecipazione al Giro d’Italia, ribadendo però che farà tutto il possibile e anche di più per esserci: “Il pensiero per il Giro d’Italia è stato più forte di ogni altra cosa. Ho detto di voler fare l’impossibile, però l’impossibile non è mai semplice, la determinazione c’è e se andrò al Giro lo saprò quando finirò questo piccolo training camp che ho fatto da solo con la mia famiglia. Farò una visita di controllo e mi  diranno i medici se proseguire con il Giro o rimandare l’appuntamento. Io spero di non doverlo rimandare, quindi incrociamo le dita, ce la mettiamo tutta e speriamo”.

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