Operacion Puerto, il Tribunale autorizza l’invio delle sacche di sangue al CONI

Potrebbe arrivare dall’Italia una nuova svolta sulla Operacion Puerto. Secondo quanto riporta il quotidiano AS, mentre è stata ordinata la distruzione delle medicine e del materiale informatico raccolti nelle perquisizioni ad Eufemiano Fuentes, le 211 sacche di sangue raccolte dagli inquirenti spagnoli saranno spedite al CONI. Una decisione contro la quale il medico iberico ha immediatamente fatto ricorso, ma che apre nuovi scenari dopo che recentemente si era tornato a parlare del caso che sconvolse il ciclismo nel 2006 per la volontà dell’AMA di rendere noti i nomi degli atleti coinvolti.

L’Agenzia Mondiale Antidoping al momento conosce le identità di 26 uomini e tre donne proprietari delle sacche di sangue, ma ha deciso di non rivelarli in quanto il caso è in prescrizione ormai essendo passati oltre dodici anni. Ma l’accettazione da parte del tribunale di adempiere alla richiesta del Comitato Olimpico Italiano apre ora alla possibilità, tutta da valutare, che la situazione possa cambiare e che possano arrivare nuove rivelazioni sul caso. Ricordiamo fu proprio in seguito alle richieste del CONI che nel 2009 su squalificato Alejandro Valverde, dopo che una commissione rogatoria permise l’identificazione tramite DNA del sangue di una delle sacche.

Per il momento, secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo, il materiale si trova ancora nel Laboratorio di Barcellona, che ha confermato di non aver ricevuto ancora nessuna richiesta formale di trasferimento. Ma mentre il nuovo campione del mondo lamenta le domande sulla sua squalifica che in qualche modo macchia la sua maglia iridata, il caso potrebbe nuovamente esplodere e scoperchiare un vaso di pandora mai del tutto aperto sinora. Riunitosi alle Seychelles il mese scorso, portando anche all’introduzione di nuove norme su alcune sostanze, il Comitato Esecutivo dell’AMA ha discusso di questa situazione che potrebbe prendere dunque una nuova e inaspettata piega.

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