Favoriti Maglia Gialla Tour de France 2023: tutto pronto per la riedizione del duello fra Pogačar e Vingegaard – Carapaz, Hindley, Mas e Skjelmose proveranno a dire la loro

Il Tour de France 2023 ha un pronostico chiuso, almeno in partenza. Pare improbabile infatti che il nome di chi indosserà la Maglia Gialla sul podio di Parigi il prossimo 23 luglio possa essere diverso da uno di quei due corridori che hanno reso la Grande Boucle dell’anno passato indimenticabile, mettendo in scena un duello memorabile. In una corsa di tre settimane possono ovviamente cambiare le carte in tavola da un momento all’altro, ma le qualità mostrate negli ultimi mesi dai due favoriti indiscussi (e dalle loro rispettive squadre) sembrano renderli inavvicinabili dal resto della concorrenza presente. Quest’anno sarà molto minore l’impatto della cronometro (ce n’è una sola), mentre chi avrà il coraggio e le gambe per provare qualche azione a sorpresa sulle tantissime salite disseminate lungo il percorso, potrebbe anche puntare al colpaccio.

Favoriti Maglia Gialla Tour de France 2023

I due nomi di cui sopra sono quelli di Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e di Tadej Pogačar (UAE Team Emirates). Solo per questioni di albo d’oro recente e del recente infortunio che ha caratterizzato l’avvicinamento dello sloveno, mettiamo il danese in cima alla piramide dei favoriti. Vingegaard arriva da un Giro del Delfinato dominato dall’inizio alla fine, nell’arco di una stagione in cui ha mostrato prestazioni fuori categoria in salita, e ha anche il supporto di una squadra sulla carta spaziale. Inoltre, negli ultimi due Tour affrontati, ha raccolto un secondo e un primo posto, togliendosi decisamente di dosso l’etichetta di “sorpresa” e sostituendola con quella di campione, ora anche più abituato alla gestione della pressione, della corsa e dell’ambiente esterno.

Pogačar, però, in questo momento è probabilmente il corridore più forte è completo al mondo. Nel 2022 è stato messo all’angolo solo da una strategia di squadra, da parte della Jumbo-Visma, difficilmente replicabile. Il dubbio più grande è quello legato alla frattura allo scafoide riportata alla Liegi-Bastogne-Liegi. Di natura, è un infortunio complicato, ma lo sloveno non sembra aver accusato grandi problemi, visto quel che è stato capace di fare ai recenti Campionati nazionali. Certo, la Grande Boucle, con le sue tre settimane senza respiro, è un’altra cosa, ma è impossibile non considerare il vincitore delle edizioni 2020 e 2021 come uno dei due uomini da battere.

Entrambi i grandi favoriti si presentano con due squadre più che complete, con corridori fortissimi in salita che, alla bisogna, potranno anche assumersi la responsabilità di fare classifica. Da questo punto di vista, la UAE andrebbe più sul sicuro, vista la presenza di un atleta solido ed esperto come Adam Yates. La Jumbo-Visma potrebbe invece, se la situazione lo richiedesse, virare su Wilco Kelderman, ma sia per l’inglese che per il neerlandese l’obiettivo primario è quello di fungere da punti di appoggio nei confronti dei due indiscutibili capitani designati.

Scenario molto diverso per quanto riguarda la Ineos Grenadiers, che si presenta al via da Bilbao senza un capitano designato. La formazione britannica non ha un uomo di riferimento assoluto, ma con tante possibilità aperte. C’è il colombiano Daniel Martinez, cui però sembra mancare la continuità necessaria per fare classifica in una corsa di tre settimane, e c’è il giovane talento spagnolo Carlos Rodríguez, che arriva però da mesi complicati e che parte da qualche gradino sotto rispetto ai due grandissimi nomi citati in precedenza. Inoltre, c’è anche Egan Bernal, che torna ad affrontare un Grande Giro dopo il tremendo incidente in cui è stato coinvolto ormai quasi due anni fa: le sue ultime prestazioni sono state confortanti, ma su di lui e sulla sua effettiva costanza di rendimento ci sono per forza di cose tante incognite.

Un’altra squadra che schiera diversi interpreti di qualità per le salite è la EF Education-EasyPost. Primo fra questi è ovviamente Richard Carapaz, che un Grande Giro lo ha già vinto e che in inverno ha deciso di cambiare maglia proprio per avere la libertà di puntare forte sul Tour de France. L’ecuadoriano è uno cui non manca il coraggio e in salita sa fare ottime cose, ma pure lui ha avuto una stagione fin qui difficile e non pare al livello dei due grandi duellanti. La squadra statunitense potrà comunque far conto anche sui colombiani Rigoberto Uran, che proverà a far vedere i primi lampi della sua annata, ed Esteban Chaves, sempre capace di acuti significativi, oltre che sullo statunitense Neilson Powless, corridore capace di mettersi in evidenza in più occasioni quest’anno. Per tutti loro, il fatto che la cronometro sia solo una, e neanche troppo lunga, può essere un vantaggio in chiave classifica generale.

Quest’ultimo fattore può contare parecchio anche per le ambizioni di Enric Mas (Movistar), che sul finire del 2022 è sembrato avvicinarsi al rendimento di Pogačar e Vingegaard, ma che in questo 2023 ha fatto tanta fatica, senza riuscire finora a riproporsi a quel livello. Il suo Tour dell’anno scorso è stato un incubo, da cui però alla fine è uscito più forte sul piano mentale: se riuscirà a trovare il colpo di pedale giusto, potrà entrare sicuramente in lizza per un posto sul podio, magari supportato dal talentuoso statunitense Matteo Jorgenson, il quale non sembra ancora del tutto pronto per fare classifica fino in fondo. Per qualcosa in più, tornando a Mas, molto dipenderà da quel che faranno (o non faranno) i due colossi citati in apertura. Stesso discorso per Jai Hindley (Bora-hansgrohe), che non nasconde le sue ambizioni e che spera di ripetere il copione perfetto che gli consentì di vincere il Giro d’Italia 2022. L’australiano, che ha avuto una stagione fin qui positiva, è scalatore di alto livello, ma dovrebbe superarsi per riuscire a entrare nel discorso Maglia Gialla, al netto di eventuali e improvvisi cambi di copione.

Si apre poi il capitolo-francesi, mai tormentato come quest’anno. Originariamente tante delle speranze dei “padroni di casa” erano rivolte verso David Gaudu (Groupama-FDJ), che arrivava da un 2022 di altissimo profilo. Lo scalatore transalpino, però, in questa annata si è praticamente perso, inanellando una delusione dopo l’altra e non sembra, almeno per quanto visto qui, in grado di ripetersi su quel livello. La possibilità di una “rinascita” non è comunque da scartare, ma per non farsi trovare impreparata, almeno sul fronte delle vittorie di tappa, la Groupama-FDJ ha chiamato anche Thibaut Pinot, all’ultimo ballo della carriera sulle strade del Tour. Anche per lui, improbabile pensare a una vittoria finale, ma l’inserimento nella lotta per il podio, visto anche il percorso di questa edizione, non è da escludere a priori. In Francia guardano anche, di nuovo, a Romain Bardet (Team DSM-Firmenich), altro corridore che potrebbe prendere vantaggio da un percorso che, complessivamente, invita ad avere coraggio e a provare a fare qualcosa di inaspettato: la sua stagione, così come l’intera carriera, finora è stata costellata da buoni piazzamenti e chissà che non possa maturare un altro, di grande prestigio.

Chi corre per una squadra francese, la Ag2r Citroën, ma è australiano è Ben O’Connor, che con il passare degli anni si è ritagliato un ruolo fra i migliori interpreti in salita. Non ha a disposizione una squadra di primissimo ordine (ma un occhio all’austriaco Felix Gall comunque andrà dato), ma ha già dimostrato di sapersi arrangiare e, soprattutto, di avere spunti di altissimo livello. Se troverà continuità e saprà stare fuori dai guai, potrebbe essere uno dei più accreditati a salire sul podio. Come, se non più dell’australiano, ha dimostrato di essere in forma Mattias Skjelmose Jensen: il danese della Lidl-Trek ha appena vinto il Giro di Svizzera e pare sulla strada che porta al completamento del passaggio da grande promessa a campione affermato. Attenzione, però: sul piano delle tre settimane e della classifica generale da curare in un periodo così lungo è un corridore ancora tutto da scoprire, vuoi per l’età (22 anni) e vuoi per la poca esperienza (è al secondo Grande Giro della carriera).

Attenzione anche alla Bahrain Victorious, che punterà soprattutto su Mikel Landa. Il basco, determinato a iniziare subito forte con le prime tappe in casa, avrà a disposizione tanta salita per provare a salire su quel podio sfiorato in un paio di occasioni. Sarà preziosa anche la regolarità di Pello Bilbao, che è stato tre volte fra i primi 10 degli ultimi 4 Grandi Giri cui ha preso parte, senza comunque dimenticare Jack Haig, sfortunato nelle sue due precedenti apparizioni al Tour e apparso in ottima condizione al Delfinato, anche se sull’australiano pesa l’aver partecipato al Giro d’Italia. La squadra è molto solida e può anche permettersi qualche piano ambizioso nell’arco delle giornate di gara, ma servirà non meno di un capolavoro, individuale o collettivo, per entrare nel discorso vittoria finale. Potrebbe inserirsi nella lotta anche Simon Yates (Team Jayco AlUla). Il britannico non ha mai avuto un gran rapporto con il Tour (un settimo, un 49esimo posto e due ritiri in carriera) e nelle dichiarazioni della vigilia ha mantenuto un basso profilo dichiarando di puntare principalmente sui successi parziali. Ma se nella terza settimana dovesse essere ben messo in classifica generale, allora si potrebbero aprire altre prospettive.

Fuori, almeno in partenza, da discorsi da podio ci sono corridori comunque di ottima qualità, che proveranno a fare classifica, centrando magari un piazzamento in top10 a Parigi: è il caso di Louis Meintjes (Intermarché-Circus-Wanty), che ha sorpreso tutti lo scorso anno con un eccellente settimo posto, e Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), già tra i primi dieci nelle ultime due edizioni. Ci riproverà anche Guillaume Martin (Cofidis), ottavo nel 2021 e reduce da un buon Giro del Delfinato, mentre Michael Woods (Israel-Premier Tech), mai troppo fortunato nei Grandi Giri, sarà più probabilmente concentrato sui successi parziali. Sulle strade del Delfinato si sono messi in luce anche Giulio Ciccone (Lidl-Trek) e Torstein Træen (Uno-X Pro Cycling Team): il primo sembra essere intenzionato a puntare maggiormente alle tappe, mentre il secondo vorrà lasciare il segno nella storica prima partecipazione della formazione norvegese, che schiererà anche il giovane Tobias Halland Johannessen, vincitore del Tour de l’Avenir 2021.

Borsino Favoriti Maglia Gialla Tour de France 2023

***** Jonas Vingegaard
**** Jai Hindley, Tadej Pogačar
*** Richard Carapaz, Enric Mas, Ben O’Connor
** Romain Bardet, Egan Bernal, David Gaudu, Mikel Landa
* Pello Bilbao, Mattias Skjelmose Jensen, Carlos Rodriguez, Adam Yates, Simon Yates

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