Bora-Hansgrohe, Peter Sagan: “Perché non dovrei poter battere Van der Poel e Van Aert? Per la Sanremo c’è una chance”
Settimana di test per Peter Sagan alla Tirreno-Adriatico 2021. Il corridore slovacco ha iniziato la propria stagione proprio nella corsa dei due mari, dopo le settimane di quarantena osservate a seguito della sua positività al coronavirus durante il ritiro a Gran Canaria della Bora-Hansgrohe. La sua condizione non gli ha naturalmente permesso di essere particolarmente competitivo questa settimana, in cui non è mai riuscito a entrare in quella top ten soltanto sfiorata nello sprint della prima tappa sul lungomare di Lido di Camaiore. Il tre volte campione del mondo si è concesso ai media per un’intervista questa mattina alla partenza della cronometro individuale di San Benedetto del Tronto, in una conferenza stampa improvvisata a cui era presente anche la redazione di SpazioCiclismo.
Com’è andata questa settimana? Sei contento della tua forma ora?
Sto bene. Sono davvero contento di riuscire a finire questa corsa, ho fatto molto lavoro qui. Ne esco non troppo morto o stanco, quindi va bene. Vedremo come andrà nelle prossime corse. Di certo non è il periodo migliore per me, ma credo che andrà sempre meglio nelle prossime corse.
Credi che sia più stimolante per te questo modo di correre, come quello di Van Aert e Van der Poel, con continui attacchi anche da lontano?
Lo è. Di certo è un grande show in televisione. È qualcosa di diverso, puoi vedere che i corridori provano a vincere la classifica generale e anche le tappe in un modo differente. È bello da vedere, ma non so fare paragoni. Se fossi in buona condizione dovrei stare davanti con loro, ma nessuno lo sa perché sono in un livello diverso. Proverò a tornare presto.
Ti sarebbe piaciuto se questo modo di correre ci fosse stato qualche anno fa, quando eri controllato ad ogni corsa?
Questo è fare polemica. Cinque anni fa era cinque anni fa, ora è un periodo differente. Dobbiamo abituarci a questo e guardare avanti.
Perché farai la Vuelta a Catalunya e non E3 e Gent-Wevelgem?
Abbiamo deciso con il team che sarebbe stato meglio provare la Vuelta a Catalunya, per la preparazione. Mi mancano le corse in generale nelle gambe, non ho fatto corse a febbraio e questa è stata la mia prima. La stagione è già iniziata e io sono un po’ indietro di condizione. Ho fatto un buon lavoro qui e provo a fare il Catalogna per fare un altro step in avanti in vista di Fiandre e Roubaix. Penso che abbia senso, proveremo così.
Però ci sono molte salite in Catalogna. Era necessario per te, ti serve fare fatica per il tuo corpo?
Penso che sia molto importante fare alcune corse dure come il Catalogna.
Chi vincerà la Sanremo?
Chi lo sa? Forse io? (ride, ndr). Vedremo come sarà la corsa dopo il Poggio. Un altro fattore importante potrebbe essere il meteo, se sarà caldo, freddo, pioverà… Possono succedere tante cose. Nessuno lo sai. È difficile da dire.
Negli ultimi sei anni sei praticamente sempre stato il favorito per la Sanremo. Quest’anno non lo sei. Può essere che tu possa vincere quest’anno, che ti dovrebbe essere dato più spazio?
Una possibilità c’è, c’è sempre. Se ci sarà sarò pronto. Ma vedremo.
Di questi ragazzi, come Van Aert, Van der Poel, Alaphilippe… C’è qualcuno che ti impressiona in modo particolare?
Sicuramente sì. Julian è nel World Tour già da molto tempo. Ricordo che quando ho vinto il Tour of California nel 2015 c’era anche lui a lottare. L’anno dopo ha vinto lì e ha ottenuto buoni risultati. Ora è campione del mondo. Corre con il cuore. Alla gente piace il loro stile.
È difficile batterli? Ti fanno sentire vecchio?
Non sono al livello da poter dire qualcosa adesso. Quando arrivo al mio livello possiamo parlarne. Adesso è difficile.
Tu pensi che se torni al livello puoi essere alla loro altezza?
Perché non dovrei? Io ho più esperienza. Si può vincere anche a 33 o 35 anni.
Com’è stato il periodo del coronavirus in Gran Canaria?
Non è stato così terribile perché non ero da solo ma eravamo in tre. Io, mio fratello Juraj e il nostro compagno di squadra Erik Baska eravamo nello stesso appartamento quando abbiamo preso la malattia, quindi siamo rimasti insieme. Non è stato così male, stare in tre non è come dover stare da solo.
Cosa pensi delle nuove regole sulla sicurezza introdotte dall’UCI?
Penso che ci siano cose molto più pericolose a cui pensare, rispetto alla posizione che teniamo in bicicletta quando siamo in discesa o in pianura.
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