Astana Qazaqstan, Vincenzo Nibali: “Non so dove posso arrivare nei GT. Pogacar ha impressionato tutti”

Vincenzo Nibali è pronto per il suo ritorno in casa Astana. Dopo l’esperienza con la Trek-Segafredo, il siciliano ha deciso di firmare un contratto annuale con la formazione kazaka, con cui ha ottenuto i più grandi successi della sua carriera. Oltre a ritrovare il direttore sportivo Giuseppe Martinelli, il vincitore di quattro Grand Tour e due Lombardia riabbraccerà quindi probabilmente l’ambiente in cui ha avuto una maggiore crescita nella sua storia ciclistica. Il corridore ha risposto alle domande dei giornalisti nel corso del media day organizzato dall’Astana Qazaqstan, parlando delle sue aspettative per la stagione e della situazione del ciclismo, italiano e in generale.

Vincenzo, come ti trovi in questa nuova esperienza all’Astana e cosa cambia dalla prima?
È molto diverso dalla prima esperienza con l’Astana. Per me è una nuova avventura, ora il mio ruolo non è lo stesso ma per me è una grossa responsabilità. Ci sono molti corridori giovani e ho la responsabilità di lavorare con loro e provare a condividere con loro la mia esperienza. Molti giovani mi seguono e mi chiedono cosa sia meglio fare. C’è un bell’ambiente in squadra.

Martinelli ha detto che ti vede come Ibra, con tanta esperienza ma ancora la possibilità di fare la differenza. Cosa ne pensi?
Rispetto a qualche anno fa è molto più semplice seguire i corridori e sapere cosa fanno anche quando sono a casa. Anche io sono cambiato nella mia preparazione rispetto a cinque o sei anni fa, ora faccio cose come palestra, ginnastica e stretching. Sicuramente ha visto in me questo cambiamento, io ogni anno ho aggiunto qualcosa in più. Aver seguito tramite piattaforme le ore che ho potuto svolgere gli ha permesso di capire che Vincenzo è uno di quelli che lavora bene, sempre, con costanza. Per questo ha detto così.

Quali giovani dovrai seguire soprattutto, quindi?
In realtà tutto il gruppo. Voglio aiutare Lopez, De La Cruz… Tra i giovani direi soprattutto Tejada.

(Domanda di SpazioCiclismo): al di là del programma, che obiettivo principale vorresti avere in questa stagione? Podio in un GT, vittoria di una monumento, di tappa…
Non voglio vivere la stagione con la pressione di dire quale sarà il mio obiettivo principale, e andare a correre con quest’ossessione. Ci sono sicuramente degli obiettivi a cui non voglio mancare e delle corse in cui voglio essere protagonista. La concorrenza è diventata incredibile e diventa sempre più difficile vincere. Non per questo mi manca il mordente e l’energia per non mollare mai. La voglia di lavorare tanto c’è, siamo partiti con il piede giusto. Vedremo poi quale sarà l’appuntamento da scegliere, tra classiche e Grand Tour, e di selezionare il nostro obiettivo.

Cosa pensi del ciclismo italiano in questo momento e perché sta faticando così tanto a trovare un giovane in grado di lottare nei Grand Tour?
Non saprei, penso che in questo momento il ciclismo italiano stia andando molto bene. Ganna ha vinto la medaglia d’oro ai mondiali, molti corridori stanno facendo sempre meglio anno dopo anno. Per quanto riguarda le grandi corse a tappe, magari agli italiani serve più tempo per maturare rispetto ad altri giovani talenti.

Puoi ancora vincere un Grand Tour? Ti ritieni un contender per Giro, Tour o Vuelta?
Le ultime due stagioni non sono state al massimo per me, è difficile poter dire anche come sarà nella prossima stagione e come porsi rispetto alle grandi corse a tappe. C’è da dire che sono stato anche molto sfortunato negli ultimi anni. Ma è chiaro che non è semplice. Gli altri contender sono molto forti, hanno dimostrato di avere molta forza, specialmente Pogacar. Non saprei dire quale possa essere il mio livello in un GT.

Delle prestazioni nei Grand Tour del 2021, quale ti ha colpito di più?
Pogacar ha impressionato tutti per quello che è riuscito a fare, negli ultimi anni è riuscito a vincere sia una grande corsa a tappe sia due monumento. Ha vinto Liegi, Tour e anche il Lombardia.

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