Un Anno Fa…CicloMercato, Nibali tra Trek-Segafredo e rinnovo con la Bahrain-Merida. Oggi incontro con gli emissari di Zanetti

Giornata importante per il futuro di Vincenzo Nibali. In scadenza di contratto a fine anno con la Bahrain-Merida, il due volte vincitore del Giro d’Italia e campione uscente alla Milano-Sanremo ha momentaneamente interrotto le trattative per il rinnovo e potrebbe cambiare squadra a partire dal 2020. Dopo aver vestito in carriera le casacche di Fassa Bortolo, Liquigas e Astana, lo Squalo dello Stretto potrebbe decidere di chiudere con un marchio italiano: Segafredo. I rumors si inseguono ormai da settimane e nei giorni scorsi anche Giuseppe Saronni, annunciando il suo disimpegno dal ruolo di team manager della UAE Team Emirates, aveva indicato nella squadra di Luca Guercilena quella più vicina ad assicurarsi le prestazioni del miglior interprete italiano nelle corse a tappe del terzo millennio.

A confermare la notizia è La Gazzetta dello Sport nell’edizione odierna. Secondo quanto riporta la rosea nella giornata odierna Nibali incontrerà a Milano, insieme al suo procuratore Johnny Carera, i vertici della Bahrain-Merida: il manager Brent Copeland e lo sloveno Milan Erzen. A precedere l’appuntamento, tuttavia, sarà quello con alcuni emissari di Zanetti per valutare attentamente la proposta messa sul piatto dalla Segafredo. Già nell’ultima parte dell’ultimo anno c’è stato un incontro a Treviso con Massimo Zanetti, proprietario dell’industria del caffè, per un progetto a lungo termine che dovrebbe riguardare anche il dopo-carriera.

Per quanto riguarda l’aspetto agonistico, insieme a Nibali si trasferirebbero anche il preparatore Paolo Slongo, il medico Emilio Magni e il massaggiatore Michele Palini, per un’operazione da 3,5-3,7 milioni di euro a stagione. Dal canto suo Copeland, che nei giorni scorsi ha ammesso il ritardo nel pagamento di alcuni stipendi, si è limitato a dire: “Saremmo felici che continuasse con noi, ma in questo momento non posso sbilanciarmi anche perché è entrata in società al 50% un’azienda di primissimo piano come la McLaren, che diventa parte in causa”.

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