Tour de France 2020, Unzué: “È una grande scommessa, al primo giorno di riposo avremo un’immagine chiara del risultato”

Anche Eusebio Unzué sembra soddisfatto del percorso del Tour de France 2020. Il direttore sportivo della Movistar ha commentato sul sito ufficiale della propria squadra le scelte di ASO per la prossima edizione della Grande Boucle, che vedrà numerose salite anche nei primissimi giorni e un’unica cronometro, con arrivo a La Planche des belles filles, nella terzultima tappa. Una serie di scelte inusuali che permetterà agli scalatori di partire con i favori del pronostico, relegando i velocisti a un ruolo di secondo piano, con meno occasioni a loro disposizione rispetto a quanto ci ha abituato la corsa francese negli ultimi anni.

“A essere sincero, non ricordo un singolo Tour de France che si è tenuto dalle strade del Massiccio Centrale al sud per il’85% della sua lunghezza – ha dichiarato il team manager spagnolo – né un percorso con così tante differenti montagne lungo le tre settimane di corsa, lasciando così poco spazio agli sprinter. Sembra, con queste prima nove tappe, che potremmo raggiungere il primo giorno di riposo con una chiara immagine del risultato finale. Ovviamente è un percorso che sarà applaudito dagli scalatori, specialmente quelli in grado di far bene nelle cronometro, come Thomas, Froome, Bernal, Dumoulin o Roglic, tra molti altri”.

Unzué ha poi riconosciuto come un percorso del genere sia adatto alla sua Movistar, che nonostante gli addii di Mikel Landa, Richard Carapaz e Nairo Quintana continuerà a fare delle salite il proprio punto di forza, con la conferma di Alejandro Valverde e l’arrivo di Enric Mas: “È un Tour davvero difficile, a tutti i livelli. È una grande scommessa su strade che fanno soffrire i corridori, un misto di tappe di media montagna e di quelle con salite davvero lunghe, e comprende molto salite mai utilizzate al Tour o in altre grandi corse. Mostra davvero che gli organizzatori hanno fatto un grande sforzo per lasciarsi alle spalle i propri ingredienti classici, rimanendo lontano da ciò che hanno usato per i percorsi precedenti. Personalmente, non posso essere triste di ciò che ho visto a Parigi, e di certo sembra davvero difficile per chiunque non sia un eccellente scalatore salire sul podio finale”.

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